Anno XVII
Numero 3
Settembre 2005

Soluzioni efficaci per i divisori verticali

Con il sughero e la lana di pecora per il benessere termoigrometrico e acustico.
Variando spessori e soluzioni a seconda delle murature.

La coibentazione delle pareti perimetrali e dei divisori tra alloggi è un problema sempre delicato da affrontare in fase di progettazione.

Da un corretto isolamento di queste strutture dipendono infatti le caratteristiche termo-igrometriche e acustiche degli alloggi, che devono rispettare standard di comfort abitativo, oltre che le precise disposizioni dettate dalle leggi vigenti (Legge 10/1991 e Dpcm 5/12/1997 per intenderci). Sempre che, come accade oggi, i Comuni non richiedano requisiti di “risparmio energetico” che vanno addirittura oltre la Legge 10, subordinandoli magari a preziosi sconti sull’Ici o “regali” di volumetria.

Alle prese con una termica e un’acustica sempre più esigenti, risolvere in un colpo solo i due problemi vuol dire fare tombola. Cosa che a ben guardare non è poi tanto difficile e che si traduce sempre in un risparmio.

Il segreto sta nel scegliere i materiali giusti, che a nostro avviso devono avere due caratteristiche: funzionare ed essere eco-compatibili, il che vuol dire anche sani e non inquinanti. Altro aspetto che piace molto ai Comuni e sul quale si annuncia per il futuro una buona quantità di incentivi.

Il sughero biondo naturale non ha rivali e per le sue caratteristiche è il materiale che meglio “combina” prestazioni termiche e acustiche. Densità ed elasticità gli permettono infatti di funzionare come isolante dal caldo e dal freddo (lo conferma qualche migliaio d’anni d’esperienza) e contro i rumori. Abbinato all’ovatta vegetale nella soluzione classica da intercapedine ovatta-sughero-ovatta è quanto di meglio ci sia per la coibentazione.
Ma anche la fibra di lana di pecora, scheda tecnica alla mano, si difende egregiamente sui due fronti e proprio nell’isolamento delle pareti trova la sua applicazione naturale  come alternativa logica alle fibre minerali di vetro e di roccia, che batte alla grande nella reazione all’umidità e per semplicità in fase di lavorazione e applicazione.

Per questo motivo è nato LanKot, l’ultimo prodotto di casa Coverd, fatto con il 75% di purissima lana di pecora e il 25% di fibra di poliestere riciclata (proveniente dalle bottiglie usate). Di assoluto rispetto la conduttività termica (0,037 W/m°K) e ottimo il coefficiente di assorbimento acustico. Valore aggiunto: la capacità tipica solo della lana di origine animale di essere igroscopica, cioè in grado di assorbire vapore acqueo fino a un terzo del suo peso senza dare la sensazione di bagnato. Ciò rende LanKot eccezionale anche per la coibentazione di tetti e sottotetti, sottofondi di pavimentazioni in legno e controsoffittature in cartongesso.

Ma torniamo alle pareti e parliamo di spessori. Su questo bisogna essere chiari. Al materiale coibente, qualunque esso sia, non si possono chiedere spessori contenuti e prestazioni da primato. Per essere ancora più schietti: in una parete divisoria costituita da un doppio tavolato di forati sarà difficile ottenere l’isolamento acustico al rumore aereo previsto dal Dpcm 5/12/97, salvo di lavorare con un grosso spessore di lana, o con un buon spessore di buon sughero.

Il discorso cambia se la struttura viene progettata e realizzata con almeno un tavolato di mattone semipieno NK8 o NK12 (all’interno), o meglio ancora con due strati di semipieni in funzione di barriera acustica.
In quel caso si potrà contenere lo spessore del coibente e raggiungere senza problemi i requisiti acustici previsti dalla legge. Sappiamo di toccare un argomento delicato, ma l’esperienza ci insegna che le cose stanno così.
E anche che non ci si può fidare a scatola chiusa dei dati di laboratorio forniti con i materiali o con manufatti già predisposti del tipo mattone-coibente-mattone, che hanno anche il limite di formare una struttura rigida con grossi limiti prestazionali nei confronti dei rumori aerei.

La soluzione principe per le pareti resta quella con ovatta-sughero-ovatta in intercapedine areata (KoFiVeg + SoKoVerd + KoFiVeg). Si può scegliere tra i pannelli a grana fine e media di sughero biondo naturale. Ma se si vuole una barriera acustica ancora maggiore (torniamo al discorso dei forati) si può adottare uno strato di sughero di spessore da quantificare e un pannello di FoniVeg, costituito da un sandwich di ovatta vegetale con anima di laminato smorzante dello spessore complessivo di 2,3cm. Il FoniVeg (fornito in pannelloni da 100 x 285cm per essere appoggiati alla parete), funziona bene anche da solo, a patto di poter contare su una buona struttura muraria.
Valide soluzioni alternative, come detto, sono progettabili con il LanKot. Un materiale assolutamente traspirante che l’abbinamento lana-poliestere rende anche poco attaccabile da tarli e insetti.

Dott. Marco Raimondi