Anno XVII
Numero 3
Settembre 2005

Il cappotto in sughero biondo naturale

All’esterno o all’interno, è la soluzione più efficace per il benessere termoigrometrico

Il cappotto esterno è l’unico sistema per risolvere in modo radicale e definitivo i problemi termoigrometrici causati dai ponti termici.

Scelta dei materiali

Lo sanno bene progettisti e imprese, che al comparire di muffe e condense sui muri non esitano a proporre in tutta sicurezza questa valida situazione, collaudata da decenni d’esperienza.

Tutti d’accordo su questo, il passo decisivo riguarda la scelta dei materiali. Il mercato offre diverse alternative, più o meno valide e più o meno a buon mercato. La decisione varia in funzione dell’importanza che si attribuisce all’immobile, al comfort abitativo e alle problematiche di tipo ecologico-ambientale. Una persona che vede nella propria casa un valore importante e da tutelare per il futuro è sicuramente orientata verso un materiale nobile e una soluzione di pregio.

Allo stesso modo, chi mette al primo posto comfort e benessere punta sulla traspirabilità del sistema cappotto, garanzia di salubrità, escludendo a priori soluzioni che consistono nell’”insaccare” la casa impedendo le migrazioni di vapore interno-esterno.
Invece la sensibilità ambientale, che oggi non è più solo una moda, porta a privilegiare l’utilizzo di materiali naturali, ecologici, a basso impatto ambientale rispetto a quelli sintetici e inquinanti. Ben sapendo che determinati prodotti che oggi si utilizzano in abbondanza tra pochi anni costituiranno un problema serio, soprattutto per lo smaltimento.

L’alternativa di pregio, traspirante ed eco-compatibile ai materiali inquinanti di sintesi è oggi costituita dal sughero, utilizzato già da tantissimi anni nella tecnica del cappotto.

Ma parliamo di prestazioni. Perché, intendiamoci, il “cappotto” deve prima di tutto funzionare.

Anche su questo l’esperienza di venticinque anni di attività ci insegna che la soluzione più economica, che poi è quella dei materiali sintetici a basso costo, non è mai la migliore.

Il rivestimento esterno ha una triplice funzione:

  • stabilire o ristabilire il comfort termoigrometrico
  • far risparmiare sulle spese di riscaldamento e climatizzazione
  • proteggere dai rumori provenienti dall’esterno

Per assolvere bene alla prima è fondamentale la traspirabilità a cui accennavamo sopra.
Il sistema cappotto deve eliminare i ponti termici che causano i ristagni d’umidità e le muffe, ma non deve impedire ai muri di “respirare” e di dissipare l’umidità in eccesso, beneficiando all’interno di un’atmosfera più sana e vivibile.

Per quanto riguarda il risparmio energetico si fa riferimento al K termico, che è determinato dalle caratteristiche e, tra prodotti simili, dalla densità del materiale. La cosa che non bisogna dimenticare è che l’anno è fatto di mesi freddi e di mesi caldi.

Se sul proteggere dal freddo le prestazioni bene o male si equivalgono, è al caldo che si vedono le differenze.

Un materiale sintetico sottoposto ad insolazione diretta garantisce una protezione inferiore a quella del sughero naturale, che smorza meglio il calore mantenendolo all’esterno. Così i locali risultano più freschi.

Sulla protezione dai rumori non c’è gara. Il sughero, per le sue caratteristiche fisiche, è unanimemente considerato il materiale che combina meglio prestazioni termiche e acustiche.

E’ denso, è poroso ed è elastico, quel che serve per assorbire l’onda sonora e disperderla. Cosa che non fanno i materiali sintetici, il cui comportamento al rumore è sempre molto scarso.
Qualità e densità del materiale sono ovviamente fondamentali dal punto di vista prestazionale. Nel sughero è da preferire quello a densità alta, 145/150 kg/mc, che consente al limite di contenere gli spessori. Il più adatto è il sughero a grana fine, più facile da ancorare e da rasare senza sprechi in intonaco.

Per i nostri cappotti utilizziamo il pannello SoKoVerd.LV in sughero biondo naturale superkompatto biologicamente puro, disponibile in pannelli 100×50 da 1 a 5 cm con battentatura a richiesta.
Per ancorare i pannelli al supporto murario si utilizza PraKov, un ancorante cementizio che si adatta a qualsiasi superficie muraria: intonaci, cementi armati, cementi armati precompressi, laterizi e intonaci plastici. All’occorrenza il sottofondo può essere trattato con prodotti specifici.

Una volta applicato il pannello si procede con la stesura dell’intonaco di spessoramento KoMalt.G, a base di sabbia, calce e cemento con l’aggiunta di colloidi vegetali per migliorarne l’aderenza, la lavorabilità e controllare i ritiri idrici in fase di presa idraulica.
Nell’intonaco si “affoga” una rete in fibra di vetro apprettata KoRet, che conferisce al sistema la capacità di resistere ai movimenti dovuti a escursioni termiche o ritiri.

L’ultimo passo è il rivestimento di finitura, che ha funzione estetica e di protezione degli strati sottostanti dalle intermperie e dai raggi solari. Si predilige un intonaco minerale ai silicati di potassio KoSil, disponibile in varie colorazioni. E’ importante che la finitura sia impermeabile all’acqua ma permeabile al vapore, per non ostacolare la migrazione dell’umidità in eccesso dall’interno verso l’esterno.

Tutti questi materiali sono stati appositamente studiati per “lavorare” bene insieme. Il cappotto, infatti, non è il solo materiale isolante, ma un sistema integrato nel quale ogni componente svolge un ruolo ben preciso.

Nel caso di cappotti interni, molto usati anche per ricavare delle belle mansarde o dei sottotetti abitabili, la struttura resta la stessa e cambierà solo la finitura: gesso, civile, stucchi o intonaco minerale bianco.

Diana Verderio