Il sughero non soffre di vertigini
Il nuovo trend delle “case alte” si fonda su ragioni concrete che però non fanno dimenticare l’importanza dell’abitare sostenibile in tutti i suoi aspetti, dai materiali al contesto.
Il sughero biondo naturale aiuta in questo percorso evolutivo perché abilita gli scenari applicativi anche estremi di un’edilizia di nuova generazione che riscopre le strutture di acciaio e cemento.
L’edilizia si evolve né più né meno di ogni altra attività umana, spinta dall’innovazione verso nuovi prodotti e nuove tecniche costruttive ma saldamente ancorata ad alcuni valori fondamentali che appartengo al modo odierno di essere uomini e abitanti di un pianeta dalle risorse esauribili. Archiviata un’epoca in cui la scarsa attenzione alla qualità dei materiali e al consumo di risorse naturali ha provocato danni ancora ben visibili al patrimonio immobiliare, è impensabile oggi pensare a una modernità che non sia al contempo ecosostenibile e a un concetto di casa slegato da quello di comfort abitativo.
La casa sostenibile deve corrispondere all’abitare sostenibile inteso non solo come una rivoluzione tecnologica, ma come una vera e propria rivoluzione culturale nella quale risulta indispensabile fornire strumenti efficienti, come le case di nuova generazione, assieme a una rinnovata cultura della sostenibilità che molto dipende dalle azioni individuali e collettive.
Ciò significa non dimenticare che l’impatto ambientale dell’abitare riguarda la casa nel complesso degli elementi che la compongono – a partire dalla scelta dei materiali di costruzione – e anche il contesto nel quale l’edificio si inserisce, che può essere una città, un paese o una zona rurale.
Una delle tendenze a cui assistiamo da qualche anno nelle nostre città è il ritorno a un’architettura proiettata verso l’alto e come corollario a un’edilizia che riscopre le strutture in acciaio e cemento armato. Le ragioni di questo trend sono legate alla massimizzazione del valore fondiario, alla volontà di risparmiare terreno per preservare aree verdi anche nei grandi centri abitati e non ultimo al fatto che l’avvento delle nuove tecnologie e le moderne strutture, consentendo leggerezza allo scheletro dell’edificio e supporto tecnologico alla progettazione, offrono maggiori opportunità di espressione architettonica e quindi una maggiore diversificazione di forme e tipologie edilizie.
Ma questo nuovo modo di pensare le metropoli è compatibile con un’edilizia basata su materiali naturali, a partire dagli isolamenti che riducono i consumi e il rumore, e quindi su un concetto di abitare davvero sostenibile in tutti i suoi aspetti?
La risposta a questa domanda non può che essere affermativa perché la tecnologia non è un freno ma semmai un volano della sostenibilità e perché anche gli isolanti naturali conoscono l’innovazione così come avviene per tutti i prodotti. Certo fa un po’ strano pensare che una torre di trenta piani sia isolata con il sughero naturale più o meno come un nuraghe sardo di qualche millennio fa, ma il punto è che il sughero funziona oggi come funzionava allora e se in tutto questo tempo il suo impiego in edilizia non ha fatto che aumentare, a differenza di altri materiali che sono stati accantonati, è perché le caratteristiche chimiche e fisiche di questo “dono della natura” sono ineguagliate da qualsivoglia materiale di sintesi.
Il sughero continua a essere un ottimo isolante termico e acustico, a essere cambiate sono invece le tecniche di lavorazione e di posa e i prodotti a contorno che rendono questo materiale utilizzabile in tutti i contesti e in modo particolare nel sistema di isolamento a cappotto in qualsiasi condizione e su qualsiasi tipo di supporto, comprese le strutture in acciaio. Un buon esempio in questo senso sono proprio le cosiddette “case alte” come vengono definite le costruzioni delle nuove città che si sviluppano anche per 20 o 30 piani con strutture monolitiche di tipo misto, in molti casi costituite da pilastri e travi in acciaio (calcestruzzo rinforzato con fibre di vetro) che circondano il corpo di fabbrica in cemento armato. In casi simili le sfide tecnologiche sono rappresentate dalla variazione dimensionale dei materiali dovuta alla dilatazione termica climatica a cui sono sottoposti quotidianamente per il variare della temperatura e dell’insolazione nel ciclo giorno-notte e dalla trasmissione dei rumori attraverso le strutture. Ciò richiede in primo luogo un’adeguata coibentazione delle parti più esposte alle variazioni termiche al fine di contenere i movimenti strutturali sia interni sia rispetto ai componenti collegati, cioè legati alla struttura portante. In secondo luogo una protezione acustica che consideri il problema della rumorosità interna e anche il livello di rumore della zona nella quale viene realizzato l’edificio.
La risposta tecnica non può che essere quella di isolare termicamente e acusticamente le strutture con uno strato di isolante termico e acustico applicato in aderenza sulla parte esterna della struttura (cemento armato, laterizio, metallo) e rivestire il tutto con il sistema applicativo delle facciate ventilate che sfrutta l’effetto camino attivato dall’irraggiamento solare per attenuare gli sbalzi termici superficiali sulla struttura.
Il principio di fondo è ancora quello dell’isolamento a cappotto, il sistema migliore per coibentare la struttura evitando i ponti termici, si tratta solo di trasportarlo in un nuovo scenario applicativo.
Che poi tanto nuovo non è: nella pratica, infatti, la tecnica applicativa del getto in controcassero con pannelli di sughero biondo naturale SoKoVerd.AF posti sulla faccia esterna della parete è usata e consolidata da anni sui corpi di fabbrica in elevazione realizzati in cemento armato.
Un isolamento del tipo “cappotto”, certificato in Classe 1 per la reazione al fuoco (ovvero classe B-s1-dO secondo la decisione della Commissione europea 2000/1477Ce) che viene completato da un’intonaco di spessoramento e la relativa finitura colorata oppure da un rivestimento in materiale di vario tipo col sistema della facciata ventilata SoKoVerd.Vent. L’aspetto realmente nuovo riguarda semmai l’isolamento delle strutture portanti esterne in acciaio costituite da travi e pilastri. Qui la ricerca e sviluppo di Coverd (vedi box dedicato) ha lavorato a lungo e in collaborazione con specialisti di strutture e materiali per arrivare a definire un sistema isolante termico e acustico basato sul sughero biondo naturale specifico per travi e pilastri in grado di proteggere termicamente ogni singolo involucro metallico.