Anno XVII
Numero 2
Maggio 2005

Come comporre le strutture edili

I materiali, i collaudi in opera delle strutture e la valutazione delle prestazioni termoacustiche. L’utilità della termografia

Eccoci alla parte più pratica del discorso. Quella che ha riguardato la composizione delle strutture, i materiali e la valutazione delle prestazioni termoacustiche degli edifici.

Come da programma, l’argomento è stato esplorato dal geometra Massimo Murgioni, Direttore tecnico di Coverd ed esperto di problematiche termoacustiche. Un intervento molto tecnico e articolato il suo, con costanti riferimenti all’esperienza maturata negli ultimi anni dal Consorzio Cooperative Lavoratori di Milano. Le diapositive proiettate sullo schermo alle spalle dei relatori hanno permesso di visualizzare esempi concreti di realizzazioni e tipologie costruttive, ma anche cose nuove, come i risultati delle termografie eseguite sugli edifici in fase di verifica o di collaudo della coibentazione termica.

La termografia – ha spiegato Murgioni – è la fotografia di una struttura scattata con una termocamera a infrarossi che registra le diverse temperature delle superfici. Il risultato è un’immagine dove le zone calde risultano sempre più tendenti al giallo, quelle fredde all’azzurro-violetto. Questa operazione serve ad esempio per individuare la presenza di ponti termici e le zone problematiche dove intervenire con isolamenti correttivi. In fase di collaudo finale serve invece per verificare, e certificare, il risultato raggiunto”.

Grazie alle immagini della termocamera, Murgioni ha evidenziato i buoni risultati di protezione termica che si sono ottenuti con il sughero inserito nel getto in controcassero. Per le informazioni che rivela, la termografia è una tecnica molto utile, di cui Coverd è tra le prime aziende a servirsi a vantaggio dei suoi clienti.

Tornando all’acustica, tema del convegno, prima di illustrare strutture e materiali si è accennato alle modalità di propagazione del rumore.

“Ogni suono si propaga per via aerea e per via strutturale. Da un locale all’altro, ad esempio, l’onda sonora segue in parte la via più diretta e in parte percorre le strutture: questa modalità di trasmissione è definita per fiancheggiamento. Ne consegue che la parete divisoria ideale è quella costituita da una doppia muratura con interposto uno strato di materiale fonoassorbente: il classico massa-molla-massa. Bisognerà avere cura però di desolidarizzare gli elementi tra loro, interponendo tra i tavolati e la soletta uno strato elastico fonoassorbente. Stesso discorso per i rumori da calpestio, che più tipicamente seguono una via di trasmissione strutturale: anche in questo caso è fondamentale la presenza di un consistente strato fonoassorbente, ad esempio una caldana di sughero, e di separatori elastici tra il massetto del sottofondo e la base delle pareti”.

I collaudi acustici strumentali permettono di evidenziare i diversi comportamenti delle strutture a seconda delle quantità di isolante utilizzato e degli accorgimenti posti in essere in fase di progettazione e di posa.

“Per quanto riguarda il grado di fonoisolamento delle facciate, disciplinato anch’esso dal DPCM sui requisiti acustici passivi degli edifici, giocano un ruolo importante le superfici finestrate, che rappresentano una via preferenziale di passaggio dei rumori aerei. In questo caso il buon grado di isolamento acustico dipende dalla qualità del vetro e dall’isolamento dei cassonetti dei serramenti”.

Un momento sempre cruciale è quello della scelta dei materiali, dove le importanti valutazioni di ordine economico non devono far dimenticare le prestazioni. Isolamento termico e Isolamento acustico sono due risultati che possono, anzi devono, essere conseguiti insieme. Molto semplicemente, il materiale che meglio concilia prestazioni termiche e acustiche deve possedere una buona massa e contemporaneamente una buona elasticità. In questo senso il sughero risponde meglio di altri materiali naturali, quali la fibra mineralizzata di legno, che pecca di elasticità e ha prestazioni acustiche inferiori. La differenza è ancora più evidente se si considerano i materiali della famiglia dei non-naturali, quali polistirolo o polistirene, che addirittura non hanno alcuna efficacia dal punto di vista acustico.

“Come già sottolineato più volte – ha proseguito Murgioni – è importante tener conto dell’isolamento termoacustico già in fase di progettazione e di realizzazione delle strutture portanti. Solo in questo modo si riuscirà ad evitare, ad esempio, il problema dei ponti termici.
A questo proposito la tecnica del cappotto esterno con il sughero inserito in getto nei pilastri è sicuramente la più efficace”.

Tuttavia si può intervenire con ottimi risultati anche a posteriori.

E’ il caso dei cappotti esterni in sughero, che risolvono perfettamente i problemi di umidità e muffe e contribuiscono al comfort acustico. Coverd ha realizzato centinaia di interventi di questo tipo.
Dicevamo che la prassi seguita dal CCL di Milano nell’ultimo decennio costituisce una positiva esperienza pilota. Murgioni ha parlato di alcuni interventi significativi in corso Como, via Adriano, via Boncompagni, via Baldinucci e piazza Bologna, portati a termine con i materiali e la consulenza di CoVerd nel rispetto delle scelte diverse operate dai diversi progettisti e dai committenti. In ogni caso preceduti da una valutazione preliminare dei requisiti acustici e completati da un collaudo fonometrico strumentale.

Citiamo a titolo di esempio piazza Bologna, una delle realizzazioni più consistenti, portata a termine nel 2003 recuperando l’area industriale ex Celestri: 206 alloggi assegnati ai soci a 1550 euro al metro quadrato, il 40 per cento in meno rispetto ai prezzi di mercato della zona.

“Un intervento importante, studiato nei minimi dettagli per dare compimento a un progetto ideale di edilizia confortevole a costi accessibili. In questa situazione le tecnologie di Coverd per l’isolamento acustico e bioclimatico sono state la soluzione più naturale grazie al sughero e alla consulenza offerta ai progettisti anche in corso d’opera. E’ stata la riprova che un utilizzo accorto di materiali di pregio, certificati ed eco-compatibili, può essere parte integrante di tutti i progetti di edilizia residenziale, anche di tipo convenzionato”.

Per i tamponamenti esterni con muratura in cotto paramano sono stati utilizzati i pannelli in sughero biondo naturale a grana media SoKoVerd.AF, di 5 cm di spessore.

Come per tutto il sughero Coverd, parliamo di un materiale privo di qualsiasi additivo artificiale e normalizzato nella sua struttura fibro-cellulare mediante un rivoluzionario trattamento “Air Fire”. In presenza dei pilastri lo spessore è stato ridotto utilizzando pannelli supercompressi. Contro i ponti termici in coincidenza di travi e pilastri si è seguita la strada del getto in controcassero, mediante pannelli da 2 cm di spessore per la sponda verticale della soletta e da 1 cm per l’intradosso. Per i pilastri è stato usato uno spessore di 2 cm su tre dei quattro lati, comprendendo o il lato esterno e i due laterali o il lato interno e i due laterali.

Nei sottopavimenti è stata adottata la soluzione della caldana in SugheroLite + KoGlass, realizzata dopo la posa degli impianti a pavimento. Tra la caldana e il massetto sovrastante, uno strato separatore anticalpestio KoSep.F, costituito da ovatta agugliata. In altri interventi, ad esempio via Adriano, l’impasto SugheroLite + KoGlass è stato sostituito dai pannelli. Pannelli di sughero biondo naturale da 3 cm SoKoVerd.AF anche per l’isolamento dei divisori verticali; blocchetti fonici NK8 e due materassini di ovatta ecologica KoFiVeg nelle pareti divisorie tra alloggi. I collaudi finali hanno evidenziato i buoni risultati raggiunti.

Michele Ciceri