Anno XVI
Numero 3
Settembre 2004

Tetti e sottotetti bioedili

L’isolamento climatico delle coperture consente il pieno utilizzo dei locali mansardati

Non stupisce se il sughero trova un impiego sempre più diffuso nella realizzazione del tetto bioedile.

Non può infatti sorprendere che un materiale perfettamente eco-compatibile abbia una collocazione ideale in una tecnologia costruttiva concepita per sfruttare al meglio le proprietà isolanti degli elementi naturali.
Il tetto bioedile di Coverd è frutto di studi, calcoli, progetti ed esperienza sul campo. Ma anche dell’utilizzo di un prodotto che per le sue proprietà termoacustiche e la sua leggerezza – stiamo parlando proprio del sughero – è adatto a nuove realizzazioni come a ristrutturazioni di qualità, in modo particolare quando c’è l’esigenza di rendere abitabile il sottotetto. Inoltre,  per beneficiare del bonus 110% l’isolamento di un sottotetto è uno degli interventi migliori.

Tecnicamente il sistema del tetto bioedile consiste nel ricavare al di sotto del manto di copertura una camera d’aria di pendenza e spessore determinati da calcoli di dinamica termoigrometrica. E’ questa camera che d’inverno trattiene il caldo all’interno della casa e d’estate la rinfresca, grazie alla circolazione dell’aria tra gli elementi.
Si tratta in pratica di un sistema di ventilazione naturale, che però funziona bene solo se è realizzato con materiali traspiranti. In questo senso il sughero è perfetto, perché è un ottimo isolante termico e acustico, è impermeabile all’acqua che tende a filtrare dall’esterno all’interno ed è permeabile al vapore acqueo che deve poter passare dall’interno all’esterno.

Ogni tipo di copertura può essere isolata con sughero in granuli o in pannelli, oppure con l’abbinamento di entrambi, ma la cosa migliore è valutare il da farsi di volta in volta, magari facendosi consigliare da un esperto. Il tipo e lo spessore del sughero vanno infatti decisi in base all’intervento – nuova costruzione o ristrutturazione, struttura in legno o laterizio – e al risultato che si desidera ottenere.
Nei tetti a falde con struttura in legno si ottengono risultati eccezionali con la SugheroLite, un granulato di sughero biondo naturale ricavato dalle cortecce di sughera, bollito e ventilato in fase di lavorazione per eliminare sostanze organiche, pollini, polveri e renderne più elastiche le fibre. La posa della SugheroLite avviene a secco ed è sempre preceduta dalla realizzazione di un assito di legno di contenimento per i grani e da una serie di accorgimenti quali la stesura alla base di uno strato di carta oleata impermeabile e traspirante KoSep.C e di uno finale di carta alluminata termoriflettente KoSep.A. Anche questi materiali, studiati per integrarsi perfettamente con il resto della struttura, sono molto importanti per un buon risultato finale. Alla SugheroLite può essere aggiunto un ulteriore strato di sughero in pannelli SoKoVerd.LV, magari di spessore contenuto, e in questo caso il risultato di isolamento da caldo, freddo e rumori è davvero superbo. In alternativa, i pannelli possono essere impiegati da soli, ricorrendo in questo caso a spessori maggiori e a un doppio strato.
Nelle coperture a falde in latero cemento è preferibile la soluzione in pannelli, calibrando gli spessori in funzione del risultato che si desidera. Anche in questo caso la struttura andrà integrata con un doppio strato di carta oleata traspirante KoSep.C e da uno strato di carta termoriflettente KoSep.A.
Per le coperture piane e i terrazzi calpestabili, i granuli e i pannelli di sughero garantiscono entrambi eccellenti prestazioni. In questo caso si procede come nella realizzazione di un sottofondo e la SugheroLite non viene più impiegata a secco, ma miscelata al legante vetrificante a presa aerea KoGlass. Questa è una sostanza di origine minerale a molecole semplici che  permette ai granuli di sughero biondo naturale di conservare il loro modulo elastico e di non accumulare condensa negli interstizi.
Sistemato a dovere l’esterno, possiamo pensare all’utilizzo della mansarda o del sottotetto, che in presenza di una copertura isolata secondo uno dei sistemi indicati in precendenza risulteranno già abitabili in modo confortevole.  Un po’ d’attenzione andrà dedicata alla soletta, soprattutto per motivi acustici: generalmente quella tra l’ultimo alloggio e il sottotetto non ha la stessa consistenza delle strutture interpiano e servirà isolarla ai rumori da calpestio con un sistema che però tenga conto della ridotta portanza. In questo caso la miscela SugheroLite-KoGlass è l’ideale e garantirà un ottimo risultato con un basso caricamento. Attenzione anche alle pareti perimetrali del locale mansardato o del sottotetto: mentre si isolano la copertura e il sottofondo bisogna verificare che anche queste siano adeguatamente coibentate.
Nel caso, si può intervenire con uno strato di sughero in pannelli che potrà essere applicato dall’interno.
L’intero sottotetto può essere recuperato in modo decoroso agendo solo dall’interno.
Il sistema consiste nell’applicare una schermatura di pannelli SoKoVerd.LV in aderenza alle strutture portanti (travi di legno o latero-cemento), sormontandola poi con una finitura in perline di legno o in gesso. Questa è una soluzione che non garantisce risultati eccellenti, ma che ha il vantaggio di essere molto economica. Può essere attuata quando si vuole recuperare un sottotetto senza sostituire o ristrutturare in modo consistente la copertura.

Dr. Andrea Pagnoni