Anno XV
Numero 4
Settembre 2003

Prevenire è meglio che curare

Una casa non è un oggetto qualsiasi ma il luogo dove le persone devono trovare il loro benessere. La lotta all’inquinamento acustico gioca un ruolo sempre più importante in questo contesto e la risposta alla crescente domanda di “silenzio” non può che partire da una corretta “progettazione acustica”, dalle decisioni urbanistiche alle scelte architettoniche, alla cura dei materiali. Sì, perché a danno fatto tutto diventa più difficile…

Prevenire, lo sappiamo, è meglio che curare. Quando un edificio ormai costruito presenta problemi d’isolamento acustico o termico si possono adottare dei rimedi che lo “guariranno”, certo, ma solo in parte.

Senza contare che i costi della bonifica sono spesso più onerosi di quelli di un intervento preventivo. Costa di più acquistare un’automobile con il climatizzatore incorporato o farlo aggiungere su un veicolo che n’è sprovvisto?
In ogni caso, quale dei due funzionerà meglio?
Tuttavia l’aspetto economico non è l’unico da tenere in considerazione. Prendete il caso di una famiglia che ha investito tutti i suoi risparmi nell’acquisto o nella costruzione di una casa, il sogno di una vita, e che poi si trova davanti  a quello che non avrebbe mai immaginato: le voci dei vicini che “filtrano” attraverso i muri, un ascensore rumoroso come il montacarichi di un cantiere,  il fracasso delle auto che sfrecciano nella notte, muffe e muffette intorno alle finestre o spese di riscaldamento più alte di quanto ci si sarebbe aspettati. Non si sentiranno queste persone defraudate da chi gli ha venduto, progettato o costruito l’immobile?
E quali saranno le conseguenze di questo cattivo stato d’animo per gli operatori del settore? Non ci riferiamo solo ai contenziosi legali, che le statistiche dicono in continuo aumento, ma anche alla “cattiva pubblicità”, che da sola dovrebbe bastare a consigliare qualche riflessione “a monte”.
Una casa non è una cosa qualsiasi, insieme ai muri si costruisce e si vende il benessere di chi ci andrà ad abitare, la sua tranquillità e anche la sua salute. Dunque puntare alla qualità della vita è una precisa responsabilità di chi progetta, di chi costruisce e anche di chi vende abitazioni. Bioedilizia, oltre che il nome di questa rivista che Coverd pubblica da anni, è un modo di costruire che pone la persona al centro dell’attenzione in tutte le fasi della costruzione di un’abitazione e in tutti i particolari, dall’uso di materiali naturali e non tossici al rispetto dell’ambiente, compresa la difesa dal rumore. E’ di quest’ultimo aspetto che ci vogliamo occupare in particolare in questa sede, perché crediamo che il rumore sia diventato un problema molto insidioso nella società di oggi e perché l’acustica è ormai entrata di diritto nel processo progettuale di un’opera architettonica.

Progettare con l’acustica
Partiamo da una frase dell’architetto Cristina Bernasconi, autrice del libro “L’acustica nella progettazione architettonica” edito da “Il Sole 24 Ore”: “L’acustica gioca un ruolo importante nelle nostre case ed è fondamentale che gli edifici comincino ad essere strutture in cui i fruitori possano trovare un grado di privacy adeguato, perché viviamo già in ambienti, città, piuttosto rumorosi e tornare nella propria cellula abitativa significa molto spesso cercare il silenzio”.
Quando un architetto progetta un edificio lo immagina senza suoni. Gli viene naturale, ma così facendo commette un errore. L’architetto generalmente pensa a tutto: a come le persone possano interagire con la sua opera, a come possano fluire all’interno di essa, ma la sonorità dello spazio è qualcosa che rimane sempre un po’ esterna, per il semplice motivo che funziona solo quando il progettista ha già consegnato il suo prodotto. E’ invece importante che s’incominci a parlare di un’architettura sonora, che è costituita da tanti fattori, come la posizione del nuovo edificio rispetto al contesto urbano, la progettazione delle tipologie architettoniche, la divisione degli spazi, fino alla scelta dei materiali più idonei. In un edificio residenziale devono trovare posto tanti ambienti diversi: l’unità bagno, dove le sorgenti sonore sono molteplici; la cucina, dove ci sono sorgenti sonore importanti; i soggiorni dove trovano generalmente posto i televisori e gli impianti di alta fedeltà e le camere da letto, dove invece il silenzio è la caratteristica saliente.
Senza contare che al piano terreno possono essere inseriti attività commerciali, locali pubblici o attività lavorative che concorrono in modo determinante a caratterizzare la sonorità complessiva dell’intero edificio. Dunque, come inserire la variabile acustica nel processo progettuale affinché diventi una variabile come le altre e affinché l’acustica possa essere effettivamente operativa?
“L’acustica s’inserisce subito nel tema progettuale – risponde l’architetto Bernasconi – perché da questo dobbiamo capire se la nostra opera può essere soggetta a valutazioni previsionali di impatto acustico o anche a valutazioni previsionali di clima acustico. Non si deve dimenticare a questo riguardo il Dpcm 5.12.97 sui requisiti passivi acustici degli edifici”.
A livello di progetto preliminare di un’opera architettonica vanno valutati il livello sonoro caratteristico del contesto urbano in cui l’opera si va ad inserire e i fronti di esposizione al rumore, che devono essere i più limitati possibile. Segue la fase progettuale più dettagliata del progetto definitivo, che parte invece dall’organizzazione funzionale degli spazi interni e degli impianti tecnologici. “Il primo elemento da prendere in considerazione è dove vengono inseriti i locali tecnici, le cui pareti devono essere caratterizzate da poteri fonoisolanti piuttosto elevati, si pensi ai locali caldaia, e dove le apparecchiature rumorose, ad esempio gli argani degli ascensori, vanno desolidarizzate dal resto della struttura. Viene poi l’organizzazione orizzontale degli ambienti e quindi come i vari locali all’interno di unità abitative devono corrispondere con i locali delle unità abitative confinanti. Quindi l’importanza di non inserire locali bagno in corrispondenza delle camere di altre unità ecc.”
Infine il progetto esecutivo vero e proprio dell’opera, con la caratterizzazione tecnica delle strutture. “A questo punto l’acustica riguarda proprio la formazione delle strutture interne divisorie dell’edificio e della facciata per rispettare i valori indicati dal Dpcm 5.12.97 e garantire il comfort acustico. Un’altra cosa da valutare sarà l’isolamento delle strutture orizzontali, quindi il livello sonoro di calpestio, che nel caso dell’edilizia residenziale dovrà essere inferiore a 63 Db.

L’importanza della direzione lavori, della scelta dei materiali e della posa
“Nella progettazione architettonica in generale e in quella acustica in particolare, la cura dei particolari nella direzione lavori è un elemento molto importante.
Facciate e divisori, tutto deve essere curato e realizzato in conformità al progetto e ai particolari costruttivi della progettazione acustica. Facciamo l’esempio di un pavimento galleggiante, fondamentale nell’isolamento da calpestio, dove il massetto non deve mai entrare in contatto con le strutture murarie e il solaio, oppure delle strutture in laterizio, che devono essere desolidarizzate dalla parete.
Altro aspetto fondamentale ai fini di un buon risultato è la cura dei materiali, che devono essere effettivamente quelli corrispondenti al progetto. Inoltre gli elementi, a partire dai mattoni, devono essere integri e posti in opera in modo corretto, con malta a sigillare sia i punti orizzontali sia verticali e l’intonaco previsto anche nell’intercapedine”.

Michele Ciceri