Anno XXII
Numero 3
Settembre 2010

Materiali ecosostenibili utilizzati in bioedilizia per l’isolamento termoacustico

Fattori ambientali esterni e interni, energetici e microclimatici, guidano la scelta dei materiali per l’isolamento termico e acustico. I prodotti di derivazione naturali sostituiscono quelli minerali e di sintesi e si confermano la sintesi migliore fra sostenibilità, prestazioni e comfort bioclimatico

Più volte da queste colonne abbiamo affrontato l’argomento della scelta dei materiali isolanti come passo fondamentale dello sviluppo di sistemi costruttivi a basso consumo energetico (edifici passivi) ed elevato comfort bioclimatico, estivo e invernale.

Il dato di fondo da cui partono i nostri ragionamenti è che la scelta dei materiali e delle tecniche isolanti (isolamento termico ma anche acustico) influisce in modo rilevante sia nello specifico intervento in termini di comfort abitativo, sia in un contesto più vasto, con riflessi sull’ambiente in termini di maggiore o minore inquinamento.

Esistono dunque a nostro avviso due fattori attraverso i quali perseguire l’obiettivo della “casa sostenibile”: quello dell’impatto ambientale delle materie prime, dei semilavorati, dei prodotti composti e delle tecniche che andiamo a utilizzare, e quello della salubrità delle case in ogni stagione dell’anno, con riferimento al microclima in cui l’edificio si va a inserire.

La riduzione del consumo energetico e delle emissioni connesse costituisce un terzo fattore, ma non è prioritario perché nella pratica dipende dai primi due. La scelta dei materiali isolanti più idonei, associata alle tecniche corrette, consente infatti all’edificio di aver bisogno di integrazioni energetiche da impianti tecnologici quasi trascurabili.

L’isolamento dell’involucro edilizio consente un maggior risparmio energetico rispetto all’adozione di tecnologie alternative per il soddisfacimento del fabbisogno di energia, come pannelli solari e impianti fotovoltaici per esempio. E’ il concetto della “casa bioclimatica, o “casa passiva” che dir si voglia (passivhaus in tedesco), nella quale il clima interno viene mantenuto nelle condizioni di comfort senza l’utilizzo di impianti di riscaldamento e raffrescamento.

In Coverd sosteniamo l’idea che il bilancio energetico di un edificio debba comprendere anche l’energia che è stata necessaria per produrre i materiali con cui è costruita, a cominciare dai materiali per la coibentazione che sono i più complessi e spesso i più inquinanti.

Questo ci porta a non avere simpatia per i prodotti isolanti di sintesi petrolchimica, che apportano un consumo energetico e una emissione di CO2 associata molto alta già nella fase di produzione. Preferiamo da sempre gli isolanti di derivazione naturali, che fanno risparmiare da subito combustibile e quindi energia, e che inoltre contribuiscono alla salute degli edifici realizzando la migliore sintesi tra la richiesta di comfort ambientale e la qualità dell’abitare.

Un altro aspetto importante nella scelta dei materiali isolanti della casa sostenibile riguarda i microclimi locali; un tema particolarmente sentito in Italia, caratterizzata com’è da varietà notevoli, anche localmente vicine, di microclima.

Nelle regioni fredde della penisola, la maggior parte dell’energia è usata per il riscaldamento invernale. Viceversa, nelle zone più mediterranee, il problema maggiore è costituito dal raffrescamento estivo. Ancora: in pianura le temperature sono più alte rispetto alle aree collinari, ma sono frequenti le nebbie e l’umidità è maggiore in prossimità dei corsi d’acqua. I laghi infine hanno un effetto mitigante sul clima, e tra aree urbane e campagna si può registrare una differenza significativa di temperatura.

Questo significa che si progetta un ottimo pacchetto isolante con una coibentazione adeguata contro il freddo, non sempre la soluzione risulta adeguata contro il caldo. Una progettazione corretta del sistema isolante deve tenere conto anche delle caratteristiche microclimatiche del luogo e scegliere le soluzioni idonee per soddisfare la domanda di comfort interno ed esterno.

Nell’edilizia bioclimatica non esistono soluzioni industrializzate adatte a tutte le stagioni e a tutti i luoghi, esiste invece una scelta specifica per una buona coibentazione dell’involucro degli edifici a seconda del microclima. Un aiuto lo può dare un materiale speciale come il sughero biondo naturale, che, per le sue caratteristiche fisiche, isola molto bene sia dal freddo sia dal caldo, aggiungendo in più la protezione dai rumori.

Le caratteristiche richieste a un materiale per la coibentazione termoacustica sono: la capacità di diffusione, l’igroscopicità, la massa, la resistenza al fuoco, a muffe, insetti, roditori, senza l’aggiunta di protettivi sintetici, l’assenza di odore, di radioattività, la capacità di essere elettricamente neutro, la sostenibilità ambientale intesa come la provenienza da materie prime rinnovabili e riciclabili.

Il sughero, il materiale dal quale Coverd ha sviluppato da oltre 25 anni di attività una serie di tecnologie applicative per l’isolamento termoacustico degli edifici, è ricavato dalla quercia da sughero (di coltivazione italiana nel caso di Coverd). La corteccia, una volta asportata, si riproduce nell’arco di circa nove anni senza danneggiare l’albero, ciò fa del sughero un materiale ecosostenibile ma limitato, unico motivo che ne impedisce la diffusione su vasta scala come avviene invece per i prodotti minerali e sintetici.

Il sughero in commercio però non è tutto uguale: per essere di buona qualità, il granulato di sughero deve essere privo di residui legnosi, terra e polveri, che favorirebbero l’insorgere di muffe. Se invece viene aggregato in pannelli l’agglomerazione deve avvenire mediante le proprietà autocollanti della suberina, la parte resinosa del materiale, che si libera sotto l’azione del calore. La tostatura è un processo di agglomerazione che, oltre a risultare inquinante per l’ambiente a causa della produzione di benzopirene che si disperde nell’aria con i fumi, riduce la densità e le capacità coibenti dei pannelli di sughero e conferisce a essi un cattivo odore.

La tecnologia Coverd si basa sul sughero biondo naturale, bollito e ventilato, agglomerato nel caso dei pannelli SoKoVerd con un procedimento air-fire (alternativo alla tostatura), di origine mediterranea e di coltivazione esclusivamente italiana. Nel corso degli anni, Coverd è stata una delle prime aziende a introdurre in Italia l’uso della lana di pecora (molto diffuso in Svizzera) per l’isolamento termico e acustico dei divisori verticali, delle coperture e anche dei sottofondi come strato smorzante anticalpestio. La lana di pecora è igroscopica, in grado di assorbire acqua fino al 33% del suo peso e di cedere lentamente l’acqua assorbita, equilibrando in questo modo l’umidità relativa dell’aria; inoltre isola bene dai rumori. Il pannello Lankot di Coverd è realizzato con il 75% di lana di pecora e il 25% di fibre di poliestere riciclate, che conferiscono stabilità e durata dei pannelli.

La gamma di prodotti Coverd per l’isolamento termoacustico è completata dai prodotti a base di ovatte vegetali.

Diana Verderio