Anno XVII
Numero 1
Gennaio 2005

Lavori certosini per l’AIA

Ha preso il via il restauro della futura sede di Coverd: un esempio storico di bioedilizia contadina in Brianza.

Ha preso il via il restauro dell’AIA di Verderio, l’edificio appartenente al complesso di villa Gnecchi-Rusconi destinato a ospitare la nuova sede di Coverd.

Completato il disboscamento dei rovi che nel corso degli anni avevano occultato la bellezza dell’edificio ottocentesco, tecnici e muratori sono ora all’opera per consolidare la struttura di mattoni e granito bianco di Montorfano del singolare cortile, l’unico esempio di aia ventilata esistente in Brianza.

I libri di storia locale testimoniano che sopra queste pietre veniva steso un tempo il raccolto di granaglie ad asciugare senza il rischio che il sole le cuocesse.

Di fatto l’AIA era un ingegnoso essiccatoio naturale, con sette corridoi sotterranei che permettevano una perfetta ventilazione evitando l’effetto pop corn. Nulla era stato lasciato al caso dagli abilissimi costruttori: nemmeno l’altezza del muro perimetrale, studiata al centimetro per sfruttare al massimo la luce del sole senza che il vento potesse spazzare via il grano dal cortile.

L’immobile, di cui abbiamo parlato anche nel numero di settembre di BioEdilizia, è vincolato al 100 per cento dalla Soprintendenza per i Beni ambientali.

Di conseguenza i lavori procedono con scrupolosità certosina, secondo le direttive dell’Architetto Bruna Galbusera e le indicazioni contenute nella relazione statica dell’ingegner Giuseppe Damiani di Ponte San Pietro. E anche il tecnico, incaricato di verificare lo stato di fatto e di dare suggerimenti per il recupero, ha testimoniato nella sua relazione le particolarità dell’AIA: “Le lastre di granito che costituiscono l’impalcato sono poste in opera leggermente scostate l’una dall’altra in modo tale che l’acqua meteorica non ristagni, ma fluisca liberamente, percolando nel terreno sottostante che drena con facilità.

Dette lastre poggiano su pilastri interni in mattoni pieni (sezione 60x80cm), alti circa 1,45 mt e si impostano su muri continui in pietra che collegano tutte le linee dei pilastri in direzione nord-sud e si spingono sul terreno fondale. Praticamente si tratta di una serie di cunicoli sotterranei collegati da un camminamento ortogonale nelle vicinanze dell’edificio”.

Riguardo allo stato di conservazione, l’ingegner Damiani ha scritto che “le lastre e le travi in granito si presentano in buone condizioni, ben compatte e asciutte. Anche i pilastri e i mattoni appaio in buone condizioni. Le murature in pietra di collegamento sono invece in pessimo stato a causa della malta terrosa utilizzata all’epoca e dei percolati d’acqua”.

Valutata attentamente la situazione, il tecnico ha proposto la “pulizia e il ripristino delle sigillature mancanti per pilastri interni in mattoni; il Restauro delle parti in muratura, asportando e riposizionando le pietre sconnesse e la conservazione del camminamento ortogonale creato dall’interruzione dei muri a ridosso dell’edificio, possibile poiché la statica dei muri non ne risente”.

Inoltre ha consigliato la “rimozione della terra e delle macerie che si addossano al perimetro e scendono a scarpata verso l’interno”. Il restauro del cortile ventilato sarà la premessa al recupero dell’intero complesso, costituito oltre all’aia da un edificio a un solo piano caratterizzato dallo stile arabeggiante e da un alto muro di cinta che circonda per intero la proprietà. “Il secondo intervento sarà, per ragioni pratiche, il rifacimento della copertura esistente sull’edificio e sull’intero muro di cinta. Pensiamo di usare coppi di recupero, per mantenere i tratti storici della costruzione”.

Il progetto è nelle mani dell’Architetto Bruna Galbusera di Vimercate e sarà in corso di analisi della Soprintendenza.

Gli uffici di Coverd troveranno posto in un corpo aggiunto che sarà collegato all’edificio storico da un camminamento coperto. Per l’AIA, con il suo interrato, si pensa a un percorso didattico illuminato. Tutti i lavori della nuova costruzione verranno realizzati con materiali naturali, pietra, legno e soprattutto sughero Coverd per l’isolamento termoacustico.

Michele Ciceri