Anno XIII
Numero 1
Aprile 2001

Collaudi acustici

Riportiamo ancora una volta al centro della discussione i collaudi acustici in opera, unica garanzia reale dei risultati di fonoisolamento raggiunto: analizziamone due esempi.

Più volte nelle pagine di questa rivista abbiamo richiamato l’importanza dei collaudi in opera dei requisiti acustici passivi degli elementi di edifici.

Non si vuole negare l’utilità dei calcoli teorici basati sulla legge di massa o sulle verifiche condotte in laboratorio: la realtà della messa in opera è però diversa.
In particolare risultano decisivi i contributi per fiancheggiamento che penalizzano decisamente le prestazioni di un divisorio.
Ad esempio, considerando un divisorio tra due ambienti adiacenti si avranno, riferendosi alle due sezioni, le seguenti trasmissioni, oltre a quella diretta:

Sezione verticale

  • 2: divisorio – solaio (superiore o inferiore) – ambiente ricevente;
  • 3: solaio (superiore o inferiore) – divisorio – ambiente ricevente;
  • 4: trasmissione attraverso il solaio superiore o inferiore.

Sezione verticale

  • 5: parete  laterale –divisorio  – ambiente ricevente;
  • 6: divisorio – parete laterale – ambiente ricevente;
  • 7: trasmissione attraverso le pareti laterali.

Sono quindi coinvolte nella trasmissione di rumore tutte le giunzioni del divisorio e le partizioni adiacenti: pertanto acquisiscono fondamentale importanza sia le modalità di giunzione sia le caratteristiche delle strutture fiancheggianti.
Esistono schemi di calcolo più o meno semplificati o raffinati che permettono di stimare il contributo delle trasmissioni per fiancheggiamento, ma si tratta pur sempre di stime teoriche.
Per quanto riguarda poi i collaudi di laboratorio, in genere non tengono in alcun conto delle trasmissioni laterali essendo finalizzati a determinare i requisiti acustici della specifica struttura che si sta analizzando.
Occorre poi sempre considerare che nella messa in opera possono insorgere difetti dovuti ad imperizia, pigrizia, fretta o superficialità che vanno a penalizzare il fonoisolamento reale; per non parlare poi delle problematiche legate agli impianti tecnici…..
Ma vogliamo dare maggiore concretezza a questo discorso, occupandoci dei collaudi in opera eseguiti al termine dei lavori in due cantieri del Consorzio delle Cooperative dei Lavoratori di Milano: si tratta delle realizzazioni di via Adriano a cura dell’impresa Marcora e di via Boncompagni a cura dell’impresa Arte Edile.
Questi collaudi devono essere eseguiti secondo ben precise direttive: in primo luogo fa fede la normativa nazionale espressa dal DPCM 05.12.1997. Per quanto riguarda le specifiche tecniche, le sessioni di rilievo devono essere condotte secondo le specifiche contenute nelle tre parti della norma UNI 10708, riguardanti l’uno l’isolamento ai rumori aerei, l’altra l’isolamento ai rumori aerei della facciata e l’ultima i rumori da calpestio.
Le normative tecniche  prevedono poi che venga calcolato un indice di valutazione: questo consente di rappresentare con facilità, attraverso un unico numero, le prestazioni fonoisolanti di partizioni diverse, rendendo confrontabili immediatamente i risultati conseguiti. Inoltre è possibile stabilire con semplicità dei valori che rappresentino limiti normativi di riferimento.
Di particolare interesse risultano essere i collaudi condotti sulle due tipologie di finestre utilizzate: infatti la prestazione acustica della partizione di chiusura verso l’esterno è influenzata in misura preponderante dalle caratteristiche dell’elemento più debole, dal punto di vista fonoisolante, tra quelli che compongono la struttura.
Sulle qualità acustiche dei serramenti e delle vetrate c’è parecchia confusione sul mercato, con certificazioni di laboratorio spesso fuorvianti. Infatti si riferiscono spesso al solo elemento vetrato, senza tenere nel debito conto l’infisso; oppure si tratta di test realizzati in condizioni di messa in opera ideali, lontane dalla realtà operativa dei cantieri.

Per non parlare del “buco” costituito dai cassonetti contenenti le tapparelle avvolgibili, che spesso inficiano qualsiasi altra opera di isolamento acustico pur ben congegnata e realizzata.
Le due tipologie di infissi analizzate hanno fornito prestazioni alquanto differenziate: in via Adriano è stato ottenuto un indice di valutazione Dn,T,w = 29,0 dB, mentre il collaudo relativo all finestra di via Boncompagni ha fornito un valore dell’indice di valutazione Dn,T,w  = 33,0 dB. Una differenza di 4 dB è sicuramente non trascurabile agli effetti dell’isolamento acustico globale della partizione.
Per quanto riguarda il fonoisolamento per via aerea dei divisori verticali, ne sono stati collaudati due in via Boncompagni ottenendo i valori di R’w pari a 50,5 dB per quello di area maggiore e di 51,5 dB per quello di area minore, ed uno in via Adriano per un valore dell’indice di valutazione pari a 52,0 dB.
Sono valori in perfetto accordo con le richieste normative.
Un elemento di differenziazione tra i due edifici riguarda l’isolamento da rumore di calpestio: le scelte progettuali sono state diverse nei due cantieri.
Infatti in via Adriano si  è scelto di posare, dopo la rasatura degli impianti, un pannello di sughero biondo naturale supercompresso SoKoVerd spessore 1 cm e uno strato separatore anticalpestio KoSep F. È stato quindi realizzato il massetto ripartitore su cui è stato posato il pavimento.
In via Boncompagni è stato prima posato il materiale elastico costituito da pannelli di sughero biondo naturale superkompatto SoKoVerd spessore 3 cm, è stato quindi steso uno strato separatore KoSep.F e successivamente sono stati realizzati gli impianti.
Il massetto ripartitore ha inglobato gli impianti stessi ed ha permesso la posa del pavimento.

Le due soluzioni hanno fornito risultati molto diversi:
Pavimento in ceramica: via Adriano L’n,T,w = 63,0 dB, via Boncompagni L’n,T,w = 62,0 dB.
Pavimento in parquet: via Adriano L’n,T,w = 55,0 dB, via Boncompagni L’n,T,w = 54,0 dB.
Si nota un miglioramento di circa 1 dB tra le due soluzioni. È stato anche evidenziato il miglior comportamento del pavimento in legno rispetto a quello in ceramica, con un miglioramento di 8 dB, valore del resto già noto da altri studi in materia.
Dal punto di vista della trasmissione dei rumori per via aerea, la soluzione adottata in via Boncompagni garantisce un indice di valutazione Rw = 56,0 dB rispetto al valore di 52,0 dB ottenuto per la partizione in via Adriano. Entrambi i valori sono ben al di sopra del valore limite di 50 dB fissato dal DPCM del 5.12.1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”.

Una terza soluzione realizzativa per i sottofondi, non sottoposta a collaudo in questo caso ma più volte richiamata negli scorsi numeri di questa nostra rivista, (cantieri a Milano: Bicocca, Via Rogoredo, Corso Como, ecc.) è quella che prevede la rasatura degli impianti con il sughero biondo in granuli SugheroLite impastato con lo specifico vetrificante KoGlass (spessore 6–8 cm), la posa dello strato separatore anticalpestio KoSep.F su cui viene realizzato il massetto ripartitore in sabbia cemento (spessore almeno 5 cm) finito poi dal pavimento in parquet o ceramica.
Quali di queste soluzioni è la migliore?
Dal punto di vista acustico è da preferire quest’ultima e, alla luce dei risultati del collaudo, quella adottata in via Boncompagni con il pannello in sughero posato prima della realizzazione degli impianti.
Cambiano ovviamente gli spessori richiesti: in genere l’utilizzo del pannello di sughero consente di ridurre gli spessori richiesti per il sottofondo e risulta consigliabile quando le scelte progettuali pongono precise limitazioni circa l’altezza dei sottofondi.

Ovviamente l’eccessivo contenimento dello spessore dello strato elastico comporta una riduzione delle caratteristiche isolanti del sottofondo.
Prima di concludere però ci pare opportuno suggerire una riflessione in materia: le moderne esigenze impiantistiche comportano la realizzazione di reti di servizio elettrico, idraulico, informatico, ecc. sempre più complesse e raffinate, ma che abbisognano di sempre
maggiori spessori.
Non è realistico realizzare sottofondi esigui ignorando queste nuove esigenze: sarebbe opportuno, per non penalizzare eccessivamente le prestazioni fonoisolanti della partizione pagare il prezzo di un maggiore spessore del sottofondo in modo da conciliare le innegabili esigenze impiantistiche con quelle dell’isolamento acustico.
L’utilità oggettiva dei risultati di collaudo presentati è quella di avere evidenziato prestazioni acustiche sicuramente soddisfacenti, ma soprattutto di permettere di apprezzare significative differenze in relazione a soluzioni progettuali diverse o a differenti finiture del pavimento.

Dott. Marco Raimondi