AIA di Coverd: un laboratorio di bioedilizia
Lavori in dirittura d’arrivo per la futura sede aziendale ricavata in un immobile dell’Ottocento. Da antico a moderno esempio di bioarchitettura.
Tradizione e modernità, efficienza e rispetto della natura. Il recupero dell’AIA di Verderio Superiore è un progetto che racchiude in una tutte queste esigenze: la chiusura di un cerchio ideale tracciato in venticinque anni di attività Coverd legata alla Bioedilizia.
Raccogliendo un prezioso dono del passato, ci si è preoccupati di non snaturarne la memoria. Guardando avanti, si è dovuto conciliare il fascino della tradizione con le necessità del presente. E l’incalzare del futuro. Fra spirito antico e modernità, l’AIA è rinata come un tempo, solo adeguata al presente: il caseggiato ottocentesco e gli uffici moderni, le facciate decorate e i computer. Senza contrasti e senza contraddizioni.
Ma soprattutto, la nuova vita dell’immobile che incarna un pezzo di storia del paese è fatta di materiali e tecniche eco-bio-compatibili, sapientemente assemblate nel progetto dell’architetto Bruna Galbusera.
L’ala di nuova costruzione, destinata agli uffici operativi e a una sala congressi, disegnata nelle forme e nello stile di una serra ottocentesca, è un laboratorio di bioarchitettura:
- materiali naturali
- spazi a misura d’uomo
- ampie vetrate a bassa emissione per sfruttare la luce e il calore del sole
E di bioedilizia:
- cappotto esterno di sughero biondo naturale SoKoVerd.LV da 5 cm
- pavimento con caldana di sughero in granuli da 12 cm SugheroLite+KoGlass
- copertura con pannelli in sughero biondo SoKoVerd.LV da 10 cm
- controparete isolante interna con sughero e lana di pecora da 10 cm LanKot
La coibentazione ma anche gli impianti tecnologici s’ispirano al principio base della “casa passiva”:
- limitare le emissioni
- risparmiando
Il riscaldamento è di tipo radiante alimentato da pannelli solari, che produrranno anche acqua calda sanitaria. Solo nei mesi più freddi interverrà la caldaia a pompa di calore a gas metano, a dare una mano al sole che da queste parti a volte si fa desiderare. Secondo i calcoli si farà ricorso al metano solo da dicembre a marzo.
Con la pompa di calore funzionerà anche il raffrescamento d’estate, provvisto di ricambio continuo dell’aria. Nella parte preesistente dell’immobile si è fatto esclusivamente restauro: sulle murature, sugli intonaci e lungo il muro di cinta, sotto l’occhio vigile della Soprintendenza ai Beni ambientali. Tutta la superficie interna delle pareti è stata isolata con un cappotto in sughero, rifinito con prodotti a base calce che hanno riportato l’estetica alle origini. Anche portoncini e persiane sono rimasti quelli di un tempo, dopo un delicato restauro.
Certosino l’intervento sul tetto: la struttura lignea originale, risalente alla seconda metà dell’800 e costituita da robustissime travi di castagno, è stata trattata con sali di boro in funzione antitarlo e cera d’api per nutrimento. Completamente rifatti, invece, la listellatura e l’assito di falda, sormontata quest’ultima da uno strato coibente formato da pannelli di sughero biondo superkompatto SoKoVerd.LV e doppio strato di carta alluminata KoSep.A.
I coppi, antichi al naturale, provengono dalla dismissione di edifici rurali del basso Polesine e valorizzano il caratteristico cippollone di rame, finemente restaurato, che svetta sul comignolo.
Questa parte della proprietà sarà la sede di rappresentanza di Coverd che ospiterà gli uffici direzionali e amministrativi.
Fruibile a turisti e visitatori sarà l’aia ventilata antistante il lato sud dell’edificio, con i camminamenti sotterranei completamente restaurati e riportati alle origini.
Un tempo questo spazio, pavimentato a livello cortile con lastroni disgiunti di granito bianco, era utilizzato dai mezzadri per l’essiccazione naturale delle messi.
L’aria proveniente dal basso aiutava il sole ad asciugare le granaglie senza rovinarle.
Bioedilizia: allora come oggi.
Michele Ciceri