Anno XXV
Numero 2
Maggio 2011

Riqualificazione termoacustica dall’interno

Dove non è possibile la coibentazione esterna si ricorre all’intervento dall’interno, con tecniche collaudate che valorizzano le prestazioni degli isolanti naturali. Diagnosi energetica strumentale e mappatura acustica ottimizzano un intervento che richiede una buona dose di esperienza.

La riqualificazione energetica e acustica di un edificio storico di pregio è sempre una sfida molto impegnativa per un progettista.

Prestazioni termoacustiche

L’esigenza di incrementare le prestazioni termoacustiche dell’involucro e delle partizioni interne si scontra infatti con l’impossibilità di intervenire sulle facciate per via di vincoli architettonici e a volte con strutture leggere, come solette lignee e coperture del tipo “tetto freddo” (assenza di strato isolante in falda).

Vincoli architettonici a parte, l’esigenza di migliorare le prestazioni termoacustiche di una parete può riguardare anche una singola unità abitativa all’interno di un edificio condominiale, per esempio dove non si raggiunge la maggioranza per un intervento radicale sull’intero caseggiato.

È il caso tipico di un condominio in un centro urbano, magari al piano terreno, dove i rumori esterni causati dal traffico possono diventare insopportabili e la sostituzione di finestre e infissi non rappresenta una soluzione sufficiente.

Posta l’impossibilità di intervenire dall’esterno, tutti gli interventi di coibentazione andranno progettati e realizzati all’interno, cercando di far coincidere gli obiettivi di isolamento con il minor consumo possibile di spazio calpestabile. Ciò richiede materiali performanti, salubri e tecniche collaudate e una grande esperienza in campo termoacustico da parte del progettista e del direttore dei lavori.

Il primo passo è sicuramente una diagnosi energetica ed eventualmente acustica per evidenziare i ponti termici e acustici che andranno corretti con la successiva coibentazione.

La diagnosi ha lo scopo di calibrare l’intervento con le soluzioni più idonee e di evitare gli sprechi che si verificherebbero a seguito di lavori non necessari.

Termografia IR e analisi termoflussimetrica sono ottimi metodi di indagine non distruttiva, che permettono di avere un’immagine chiara della stratigrafia dei componenti edilizi, e delle loro prestazioni termoisolanti, senza il minimo danno per l’edificio.

L’indagine tramite una sonda intensimetrica con l’ausilio di un tracciatore ottico permette invece di avere una ricostruzione visiva della mappa acustica, evidenziando zone anche piccole di trasmissione del suono che denotano una carenza di isolamento acustico.

Una volta chiaro il quadro della situazione, l’intervento di coibentazione dall’interno consiste nell’applicare sulla faccia interna della parete a elevata trasmittanza un cappotto BioVerd di pannelli di sughero biondo naturale e una controparete isolante formata da lastre rigide. La soluzione è tutto sommato di facile esecuzione, ma va posta in opera a regola d’arte facendo attenzione alla sigillatura dei giunti e alla correzione dei ponti termici e acustici con il cappotto di sughero BioVerd.

Come secondo strato isolante da porre nell’intercapedine è perfetto il pannello in fibre di poliestere riciclate KoFiSin per le sue proprietà igroscopiche e di isolante termoacustico. Una soluzione di questo tipo rende superflua la barriera vapore che con altri materiali si rende sempre necessaria per evitare fenomeni di condensazione. Un pacchetto isolante fatto di sughero biondo naturale e lana di pecora di Coverd è una garanzia per la qualità dell’aria indoor.

Non bisogna infatti dimenticare che coibentare dall’interno significa in buona sostanza portarsi in casa il materiale isolante, pertanto questo deve essere atossico in tutto il ciclo di vita e non rilasciare polveri o fibre che possono inquinare l’aria.

Una soluzione di questo tipo permette ottimi risultati anche dal punto di vista acustico, grazie alle proprietà fonoisolanti del sughero e della lana di pecora e alla stratigrafia parete/intercapedine/ parete (massa/molla/massa) che ostacola la propagazione dei rumori. Un ulteriore contributo all’acustica può essere dato posizionando nell’intercapedine uno strato di FoniVeg, normalmente utilizzato per l’isolamento acustico dei divisori verticali, costituito da una sandwich di ovatta vegetale con anima di laminato smorzante.

Riqualificazione acustica

Il progetto di riqualificazione acustica di un edificio storico o rurale può comprendere anche l’isolamento delle solette lignee interpiano, che a causa della loro massa ridotta sono fortemente soggette alla trasmissione dei rumori.

Il problema può essere risolto bene senza appesantire la struttura realizzando un sottofondo fonoassorbente con il sughero in granuli SugheroLite miscelato con il vetrificante a presa aerea KoGlass. Un ulteriore strato anticalpestio costituito da un materassino KoSep.L in lana di pecora, completano il pacchetto isolante, sopra cui può trovare posto anche una pavimentazione lignea a secco appoggiata su uno strato di pannelli lignei KoSial.

Geom. Massimo Murgioni