Anno XXIII
Numero 1
Gennaio 2011

Il valore tangibile del comfort abitativo

Il comfort è il punto di partenza dell’abitare sostenibile, va oltre l’efficienza energetica e unisce le massime prestazioni alla massima qualità. Presto sarà l’unico valore reale accettato dal mercato ed è bene che cominci a diventare riconoscibile, anche attraverso un “marchio di qualità”. Un buon progetto alle porte di Milano sembra aprire questa strada.

Bioclimatico, ecologico, solare, quanti aggettivi esistono per definire un edificio “ecologicamente corretto”? Ma, soprattutto, siamo davvero sicuri che dietro queste definizioni ci sia davvero la qualità di vita che tutti cerchiamo quando ci impegniamo per l’acquisto di una casa?

Secondo Coverd, la parola che meglio di tutti racchiude il concetto del bene-abitare è “comfort”, perché se ci pensiamo bene è l’unica che comprende tutte le altre. Comfort è qualità della vita, comfort è sostenibilità ambientale – senza la quale non potrebbe esserci qualità di vita – comfort è attenzione per tutti i fattori – non per uno soltanto – che concorrono a determinare il bene-abitare.

La garanzia del comfort è il punto di partenza dell’abitare sostenibile, perché nessuno potrebbe anche solo immaginare un modello di edilizia che ci faccia fare marcia indietro rispetto alla qualità di vita. Premesso questo, l’obiettivo che ci poniamo da sempre è dunque quello di aiutare a costruire case con sistemi che riducano l’impatto ambientale globale – non solo quello energetico – migliorando il comfort abitativo, termico, igrometrico, acustico.

Al centro delle nostre attenzioni non c’è la casa sostenibile, c’è piuttosto l’abitare sostenibile.

Comunicare la qualità del bene-abitare

Trasmettere questo concetto al mercato non è facile. Soprattutto a un mercato in cui per decenni si è costruito con poca attenzione al comfort e in cui ora – sulla scorta di una maggiore sensibilità verso i temi ambientali e di input legislativi come il decreto legislativo 192/05 – molti commettono in buona fede l’errore di pensare che sostenibilità sia sinonimo di efficienza energetica, trascurando che questo è solo uno degli aspetti in gioco.

Comunicare il valore della qualità edilizia è la chiave del problema, ma come? Sul numero precedente di BioEdilizia abbiamo spiegato che Coverd ha scelto di farlo anche attraverso un simbolo grafico: BBE – acronimo di Bioedilizia Bioclimatica Ecosostenibile – che comincia a essere adottato come marchio di qualità in progettazioni e realizzazioni dove il comfort abitativo – inteso come abbiamo espresso prima – è considerato il primo degli obiettivi da raggiungere.

Il valore tangibile dell’efficienza energetica

Comfort non significa lusso. Questo è un altro aspetto importante da chiarire per evitare equivoci di fondo. La sostenibilità ha senso se è accessibile dagli utenti, perde di significato se diventa un discorso elitario ristretto ai pochi che se la possono permettere.

Comfort significa invece valore spendibile, in un mercato nuovo dove la qualità di vita sarà sempre più l’unico fattore differenziante in grado di sostenere politiche di prezzo corrette per gli utenti e remunerative per gli operatori. Fare il punto della situazione, o provare a farlo, aiuta a capire meglio.

I dati a disposizione ci dicono che due terzi degli edifici esistenti sono stati costruiti prima degli anni Ottanta, cioè in un periodo in cui il pensiero per l’efficienza energetica non esisteva ancora. Solo di recente – anche se Coverd ne parla da un quarto di secolo – si è affacciata in modo apprezzabile l’esigenza dell’abitare energeticamente efficiente e con essa hanno preso piede protocolli di riferimento (per esempio il Protocollo Itaca con le linee guida aggiornate nel 2009) che si pongono come standard da adottare.

Che cosa ha cambiato questo nuovo approccio all’edilizia? La cosa più evidente è che gli edifici costruiti secondo i nuovi criteri di efficienza energetica conservano un valore di mercato superiore rispetto a quelli non efficienti, e nonostante questo sono i meglio commerciabili anche in periodi di mercato stagnante.

Nei prossimi anni, gli acquirenti potranno scegliere tra due tipologie di edifici: quelli del patrimonio edilizio esistente e quelli di nuova generazione costruiti rispettando le nuove regole di efficienza energetica. Facile immaginare su quali si orienteranno, anche in presenza di una inevitabile differenza di prezzo.

Un valido alleato

Coverd non costruisce case.
Obiettivo di Coverd è aiutare progettisti e costruttori a realizzare (nel significato etimologico di “rendere reali”) edifici confortevoli che abbiano una qualità riconoscibile (di qui il marchio BBE) oggi e in futuro sul mercato.

Per questo la nostra azienda si è specializzata nella consulenza in materia di isolamento termico e acustico degli edifici e nella fornitura di materiali e soluzioni basati su isolanti naturali, nel rispetto della filosofia da sempre perseguita.

Gli isolamenti sono tutto sommato una piccola voce nell’ambito del costo complessivo di costruzione, ma sono di importanza fondamentale per realizzare una casa efficiente e confortevole. Per dare un’idea, un solo centimetro di materiale isolante offre la stessa resistenza termica al passaggio del calore di uno strato di mattoni pieni di 30 centimetri.

Tanto più sono elevate le prestazioni del materiale isolante, tanto più migliora il risultato. Se poi l’isolante funziona anche contro i rumori – come nel caso del sughero biondo naturale – ecco che la “piccola voce” di cui sopra diventa un investimento ad altissimo rendimento.

Il buon risultato comincia dal progetto

Quella del progetto è la fase più delicata del processo edilizio. E’ qui che si fanno le scelte, che si prendono gli indirizzi e che l’idea diventa un qualcosa di organico, nella previsione – ancorché teorica – del risultato finale.

Il livello di sostenibilità – e quindi di comfort – che può raggiungere un edificio dipende dalle scelte progettuali che vengono fatte: quando al Direttore dei Lavori viene demandato il solo compito di sorvegliare con buona cura l’applicazione progettuale, tutto diventa più facile e si evitano le sorprese spiacevoli.

Ciò premesso, la progettazione sostenibile nasce da un’attenta valutazione del sito, da cui dipendono le scelte che riguardano l’edificio, compreso l’isolamento termico e acustico.

Il percorso verso la casa confortevole non può che passare dallo studio dei luoghi, con un obiettivo fermo ma differenziandosi in base all’architettura di riferimento, al microclima e alla sonorità.

Un esempio di buona pratica

Nel caso del complesso residenziale realizzato a Oreno di Vimercate (MB) dalla società Restaura Srl – che prendiamo come esempio di buona pratica e a cui si riferiscono le immagini che illustrano questo articolo – il progetto architettonico è stato accompagnato in fase preliminare da una valutazione previsionale del clima acustico.

Questo lavoro – il primo della serie che la committenza ha affidato a Coverd – ha permesso di caratterizzare l’area acustica in cui si sarebbe inserito il corposo intervento edilizio (3 palazzine quadrifamiliari e 5 villette monofamiliare) in riferimento al Piano di Zonizzazione Acustica adottato dal Comune di Vimercate secondo le norme vigenti.

I progettisti ne hanno ricavato indicazioni preziose per confermare la disposizione architettonica e l’orientamento degli edifici, oltre che per valutare il grado di isolamento acustico di cui avrebbero necessitato palazzine e villette per avere garantita una situazione di comfort acustico. La valutazione previsionale del clima acustico (VPCA) ha lo scopo di proteggere le future realizzazioni a tutela dei recettori sensibili che esse rappresentano; è inoltre obbligatoria per le aree ove siano previsti nuovi insediamenti residenziali prossimi a parchi pubblici urbani ed extraurbani.

La progettazione degli isolamenti acustici di ogni unità abitativa è stato l’oggetto del secondo intervento dei tecnici della Divisione Acustica di Coverd, consistito nella relazione previsionale dei requisiti acustici passivi degli edifici in base al Dpcm 5.12.1997. Qui è stato possibile definire in via previsionale la stratigrafia degli elementi opachi – involucro e partizioni interne – e la tipologia delle vetrocamere per le superfici trasparenti, affinché fossero conseguiti i valori previsti dalla legge (mettendosi al riparo da lamentele e possibili contenziosi), ma anche e soprattutto perché fosse conseguita una reale situazione di comfort acustico, con riferimento ai rumori aerei e ai rumori da calpestio.

Il sughero ottimizza l’investimento nel comfort

Il sughero biondo naturale – lo abbiamo accennato prima – è l’unico materiale isolante naturale, sano, traspirante, ecologico, che garantisce davvero alte prestazioni sia termiche sia acustiche.

Questo ne fa il principe dei materiali isolanti e un alleato insostituibile quando la priorità del percorso progettuale è il massimo comfort abitativo unito all’ottimizzazione dell’investimento. Nel caso del progetto curato da Restaura a Vimercate, si è tenuto conto del fatto che l’involucro – se ben isolato – è un elemento in grado di modulare i flussi energetici conservando il calore in inverno e proteggendo dal caldo in estate.

Questa considerazione ha portato i progettisti a scegliere i pannelli di sughero biondo naturale SoKoVerd.LV come materiale per la coibentazione delle facciate sia dove era prevista la muratura intonacata di tamponamento costituita da due strati di blocchi di laterizio (20cm + 10cm) sia per la muratura con rivestimento in pietra formata da una parete di CLS (20cm) e da uno strato interno di laterizi (10cm).

Nel primo caso è stato usato un solo strato di sughero biondo da 10cm posto nell’intercapedine tra le due murature di laterizi, nel secondo, invece, ne sono stati usati 2 strati: uno da 6cm nell’intercapedine e uno da 8cm applicato all’esterno della parete di CLS (sotto il rivestimento in pietra) con la tecnica del cappotto accoppiato a quello della facciata ventilata.

Entrambe le soluzioni hanno aumentato l’inerzia termica delle pareti e danno un ottimo isolamento termico, oltre che acustico.

Angelo Verderio