Anno XXI
Numero 1
Febbraio 2009

Il ponte termico

Un nemico insidioso

Analisi termoflussimetrica e termografia IR Due interventi curati da Coverd per la diagnosi energetica non invasiva e la correzione dei problemi causati da un cattivo isolamento.

La diagnosi come anche la certificazione energetica degli edifici esistenti pongono al tecnico certificatore il problema di determinare il valore della trasmittanza delle chiusure opache delle quali non sono note le caratteristiche termofisiche. L’analisi tradizionale si esegue attraverso carotaggi della struttura per determinare la stratigrafia dei materiali, ma trattandosi di un’indagine invasiva non sempre è possibile o risulta conveniente. Nei casi in cui siano da escludere interventi distruttivi o sia necessario un valore accurato si ricorre allora a un altro tipo di analisi che prevede l’impiego di un termoflussimetro (HFM – Heat Flux Meter).

Questo strumento è costituito essenzialmente da un data logger e da piastre accoppiate in grado di misurare il flusso di calore che attraversa un componente edilizio opaco (la trasmittanza). La piastra viene posizionata mentre le sonde di temperatura vengono installate sia all’interno che all’esterno della struttura, il tutto è lasciato in opera per un tempo (generalmente qualche giorno) che dipende dalle condizioni climatiche esterne, poiché minori saranno gli sbalzi della temperatura esterna e maggiore l’attendibilità del risultato. Il periodo consigliato per questo tipo di analisi è quello invernale, quando cioè la differenza di temperatura tra interno ed esterno è maggiore e di conseguenza aumenta il flusso di calore uscente. Altri accorgimenti importanti sono il corretto posizionamento delle piastre e l’utilizzo di un buon software per l’elaborazione dei risultati.

E’ dunque consigliabile che l’analisi termoflussimetrica sia svolta da tecnici esperti in grado di comprendere il tipo di struttura in esame e di riconoscere la possibile esistenza di ponti termici che darebbero risultati falsati.

Un sistema sicuro per l’individuazione di eventuali disomogeneità termiche dell’elemento strutturale e dei punti di rilievo più rappresentativi per la valutazione dell’isolamento termico  è la termografia IR, che con l’impiego di una termocamera permette una valutazione istantanea dell’energia termica emessa per irraggiamento e una mappatura grafica a colori della temperatura superficiale.

Oltre a costituire di per sè un sistema importantissimo nelle indagini non distruttive sull’isolamento e sulle prestazioni energetiche degli edifici, la termografia IR è propedeutica all’analisi termoflussimetrica e al pari di quest’ultima deve essere affidata a personale esperto e supportata da strumenti hardware e software affidabili.

Analisi termoflussimetrica e termografia IR

L’analisi termoflussimetrica e l’analisi termografica IR sono di aiuto nel processo di certificazione energetica, ma soprattutto sono indispensabili per l’individuazione di problemi strutturali e la pianificazione degli interventi correttivi negli edifici esistenti.

Le immagini e gli schemi di queste pagine evidenziano i passaggi di due distinti interventi che i tecnici della Divisione Energetica di Coverd sono stati chiamati a eseguire in due edifici residenziali situati il primo in provincia di Bergamo e il secondo a Milano città dove gli occupanti lamentavano la formazione di muffa sulle pareti, in particolare lungo gli spigoli verticali e orizzontali.

Il metodo di rilievo del valore di trasmittanza in opera mediante termoflussimetro eseguito nel primo caso ha restituito valori assolutamente attendibili dopo essere stato protratto per oltre 96 h in condizioni di temperatura tali da garantire differenze tra temperature superficiali interne ed esterne nell’ordine dei 7 – 10 gradi centigradi. Questo ha permesso di presentare i dati di conduttanza, trasmittanza e resistenza termica elaborati su diversi periodi di campionamento insieme al calcolo degli scarti tra i diversi risultati di resistenza termica al fine di valutare entro un intervallo rappresentativo di valori la variabilità dei risultati ottenuti (Norma ISO 9869).

Nel caso in esame, si è arrivati alla più approfondita analisi termoflussimetrica dopo che la termografia IR ha mostrato discontinuità termiche contenute delle strutture in esame ed ha escluso la presenza di ponti termici e difetti costruttivi. Diverse le condizioni del secondo caso, dove invece l’analisi termografica delle facciate dell’edificio, analizzate dall’esterno, ha evidenziato da subito carenze metodiche nell’isolamento termico (era sempre ben leggibile la struttura travi-pilastri in c.a. che costituisce un ponte termico generalizzato) e irregolarità realizzative, con aree adiacenti tra loro e della medesima tipologia che apparivano differentemente coibentate e la presenza di un punto di dispersione termica di entità non trascurabile posto nel seminterrato.

In entrambe le situazioni, la termografia IR e l’analisi termoflussimetrica hanno permesso di evidenziare in modo assolutamente non invasivo l’origine dei problemi, le responsabilità e di indirizzare gli interventi correttivi nel modo più efficace, contenendone di conseguenza i costi.

Dott. Alberto Manzoni