Anno XVIII
Numero 2
Aprile 2006

Edificio passivo bioedile oggi

La parte di nuova realizzazione dell’Aia di Coverd, destinata agli uffici operativi, è un concentrato di soluzioni, tecnologie e materiali che minimizzano emissioni e costi di gestione

L’AIA di Verderio, a breve la nuova sede aziendale di Coverd, è un moderno esempio di conservazione storica di Bioedilizia.
Sul numero di gennaio della rivista abbiamo usato questa definizione per illustrare la parte del progetto che riguarda il recupero dell’edificio preesistente, un suggestivo complesso di metà Ottocento molto noto nella Brianza contadina di allora come punto di raccolta ed essiccazione naturale (sole e aria) delle messi con l’ausilio delle risorse energetiche naturali.

Ora spostiamo l’attenzione sulla parte di nuova edificazione, destinata a ospitare gli uffici operativi, commerciali e amministrativi in fregio e con un collegamento alla parte storica restaurata.

“C’è un modo eterno di costruire. E’ vecchio di migliaia di anni e oggi è ancora uguale a come è sempre stato” (Christopher Alexander in The Timeless Way of Building).

Tradizione e modernità, unite da un progetto mirato concretamente al “risparmio energetico”, alla riduzione delle emissioni e al massimo del comfort abitativo. Se nella fase di recupero della porzione storica si è dovuto tener conto delle salvaguardie strutturali di conservazione delle origini nell’utilizzo di energie naturali (non dimentichiamo che l’immobile è posto sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Ambientali), nella parte moderna il concetto di “edificio passivo” ha trovato la sua massima espressione con soluzioni tecnologiche all’avanguardia, unite all’impiego rigoroso di materiali naturali certificati da CoVerd da tramandare ai posteri come esempio.

Il concetto della casa passiva è semplice ed è efficacemente riassunto in un pensiero di David Pearson, architetto con grande esperienza di edilizia popolare e urbana in Gran Bretagna e Stati Uniti:

“Le abitazioni moderne hanno spesso un bilancio dispendioso per quanto riguarda i consumi e inquinano l’ambiente”.

Le risorse fondamentali, aria, acqua, energia, materiali diversi, sono diventate parte di un sistema produttivo che prende, ma non dà nulla in cambio.

L’aria e l’acqua vengono inquinate, l’energia e i materiali consumati e spesso sprecati.

Il danno è notevole e ha conseguenze rilevanti a lungo termine. Se si trasforma la casa organizzando un sistema tale da consentire il riciclaggio, tutte le risorse vengono utilizzate con maggior attenzione ed economia:

“la casa diventa così parte di un ecosistema locale, com’era un tempo”.

Tutte le nostre case ricevono calore, luce e radiazioni dal sole e questa è la prima fonte di approvvigionamento di energia. Nel progettare e costruire l’ala moderna dell’AIA si è tenuto conto degli apporti solari, avendo ben presente che anche una sola ora di insolazione in più al giorno può significare un risparmio di energia in termini di luce e di riscaldamento.

Il vento, altra forza della natura, è invece importante perché favorisce il raffrescamento e aiuta a mantenere il giusto equilibrio termoigrometrico. Lo si è tenuto presente nella coibentazione ventilata della copertura orizzontale, orientando le prese d’aria nella direzione predominante dei venti locali (in seguito torneremo sull’argomento), in modo da sfruttarne al massimo l’effetto positivo.

La coibentazione, ne accennavamo, è di primaria importanza ed è facile capire il perché. La salute della pelle è fondamentale per il benessere del corpo umano.

La temperatura e l’umidità corporee e l’equilibrio bioelettrico vengono mantenuti tramite la sua capacità di respirare e in collegamento con le terminazioni nervose, con i vasi sanguigni e con le ghiandole. Anche la nostra “seconda pelle” (i vestiti) deve poter “respirare” e lo stesso vale per la “terza pelle” (la casa), se deve fornire un ambiente interno salubre per chi vi abita.

Tamponamenti leggeri, ben isolati e traspiranti

Per la coibentazione dei tamponamenti dell’AIA si è voluta una struttura leggera, elevati spessori d’isolamento e materiali coibenti il più possibile traspiranti, sia all’esterno che all’interno.

La muratura portante è una fila semplice di blocchi di laterizio da 20 cm, intonacata su entrambi i lati con calce idraulica e rivestita all’esterno da un cappotto di sughero biondo realizzato con pannelli SoKoVerd.LV a grana fine da 5 cm di spessore.

Il cappotto di sughero SoKoVerd.KE protegge dal caldo e dal freddo, dalla formazione di umidità, di muffe, di salnitri e di condense sui muri, oltre a dare un’ottima protezione acustica.

Qui, come sempre nelle soluzioni a cappotto di Coverd, sono stati utilizzati pannelli in sughero biondo naturale superkompatto SoKoVerd.LV a grana fine 2/3mm. Semplicissimo il loro fissaggio alla struttura portante, che necessita solo dell’ancorante cementizio a presa rapida e alta viscosità PraKov.
La rete di rinforzo in fiberglass KoRet e l’intonaco minerale KoMalt.G completano la struttura vera e propria. KoMalt.F, un’elegante finitura bianca altamente traspirante e resistente alle intemperie costituisce la finitura, con al di sopra una pittura ai silicati di potassio.

Passiamo all’interno

Alla superficie interna della parete di tamponamento, anch’essa intonacata come dicevamo, è stata sovrapposta una controparete in cartongesso distanziata di circa 10 cm,  così da formare un’intercapedine dove hanno trovato posto uno strato di sughero SoKoVerd.LV di 3 cm e uno di lana di pecora LanKot da 4 cm.

In quanto al sughero, sono stati usati ancora i pannelli SoKoVerd.LV, mentre la lana è il LanKot di Coverd, un prodotto costituito al 75 per cento da pura  lana di pecora e al 25 per cento da poliestere riciclato, quanto di meglio per sfruttare le eccezionali doti di termoregolazione e traspiranza della lana.

In tutto, tenendo conto anche del cappotto esterno, per la coibentazione dei tamponamenti sono stati usati i seguenti spessori:
sughero SoKoVerd.LV 8cm e di lana di pecora LanKot 4cm.

Sughero nei casseri contro i ponti termici

La prevenzione dei ponti termici (ossia del passaggio di umidità dovuto al contatto tra superfici a differente temperatura) inizia proteggendo adeguatamente pilastri e travi orizzontali, cosa che all’Aia non si è certo tralasciato di fare. Allo scopo sono stati usati i pannelli in sughero biondo compresso a grana media 4/8mm SoKoVerd.AF dallo spessore di 1cm, con il sistema del getto in controcassero.

Pavimento radiante

Tra piano terra e piano rialzato, sono stati isolanti circa 600 mq di pavimento con sistema di riscaldamento a pannelli radianti posti nel sottofondo. Questa soluzione di riscaldamento, ergonomica ed efficace, basata sulla circolazione di acqua calda a bassa temperatura, si sposa benissimo con la tecnica di isolamento del sottofondo in granuli di sughero vetrificati, come abbiamo illustrato sul numero di gennaio di Bioedilizia.

La caldana di sughero granulare, oltre a garantire un ottimo isolamento termoacustico, consente di risparmiare qualche centimetro di spessore perché i classici pannelli isolanti dove alloggiano le serpentine dell’impianto riscaldante vengono sostituiti da comode clips agganciate alla rete di rinforzo che sovrasta lo strato di sughero.

Molto brevemente, la realizzazione del sottofondo e delle pavimentazioni è avvenuta nelle seguenti fasi:
realizzazione e posa dello strato alleggerito di sughero in granuli SugheroLite costante 4mm misceltato al vetrificante KoGlass, fino a coprire, nel caso ve ne siano, le tracce degli impianti e stando attenti a non creare ponti acustici tra queste e successivo massetto.
Normalmente lo spessore dell’impasto varia a seconda del grado di coibentazione desiderato, con un minimo di 6-7 cm. Nel caso dell’Aia si è voluto uno spessore di 12 cm.

La preparazione SugheroLite+KoGLass è semplice, non necessita di manodopera specializzata e solidifica in 36-48 ore, dopodiché la caldana si presenta pedonabile e può ospitare le successive lavorazioni;
sul sottofondo è stato posato uno strato di carta alluminata termoriflettente KoSep.A, che ha le importanti funzioni di riflettere verso l’alto le radiazioni infrarosse del calore ricevuto e di fare da barriera vapore;
a questo punto, come detto, sono state applicate le apposite clips per reggere le serpentine riscaldanti. Come basi di aggancio sono state usate le maglie della rete elettrosaldata KoSteel, posata come rinforzo per il successivo massetto.

I tubi sono stati disposti con una configurazione a spirale per consentire una migliore distribuzione della temperatura superficiale evitando schiacciamenti alle curve. L’opera è stata finita con un massetto sabbia-cemento di 8cm e la pavimentazione con pietra di beola bianca dallo spessore di 2cm.

Copertura piana, ma ventilata

Dal tetto dipendono buona parte delle condizioni che determinano il comfort abitativo e l’equilibrio termoigrometrico. Un buon tetto, oltre a riparare dalle intemperie, deve ridurre al minimo l’escursione termica in tutte le stagioni dell’anno, riducendo di conseguenza il consumo energetico per il riscaldamento ed il raffrescamento. Di fondamentale importanza sono: la coibentazione e la ventilazione della struttura.

Ma se nel caso di coperture con falda inclinata, la ventilazione può essere garantita dal naturale moto convettivo dell’aria (quella calda sale, quella fredda scende), di fronte a una copertura piana bisogna ricorrere a soluzioni tecniche particolari, come quella degli “aeratori a cono Venturi”.

Vediamo passo per passo come è stata realizzata la copertura dei nuovi uffici dell’Aia.
Guardando in alto dall’interno, quel che si vede è un controsoffitto in teli tesi Barrisol abbassato di 10cm rispetto alla soletta di laterocemento di 30cm di spessore. Questo crea un’abbondante camera vuota tra il soffitto e la struttura portante, che non essendo a contatto tra loro rimangono perfettamente isolate.  Per un isolamento ancora maggiore, la parte inferiore nell’intradosso della soletta è stata preventivamente protetta con uno strato di 3 cm di sughero SoKoVerd.LV, applicato con il sistema del cappotto interno.

Passando all’esterno nell’estradosso della struttura piana in latero cemento, troviamo:

  • uno strato di carta oleata KoSep.C in funzione di frena vapore;
  • tre strati incrociati di sughero in pannelli SoKoVerd.LV per uno spessore complessivo di 10cm;
  • un secondo strato di carta oleata KoSep.C;
  • uno strato di formelle in materiale plastico (tipo igloo) di altezza 3 cm generando una camera d’aria che sfrutta il potere coibente dell’aria e impedisce i ristagni di umidità;
  • una cappa sabbia+cemento per formare la pendenza necessaria (da 4 a 12 cm) al deflusso dell’acqua piovana;
  • un manto impermeabile con doppio strato di 4mm in guaina bituminosa.

Parlavamo prima dell’importanza dell’aerazione e del particolare aeratore a effetto Venturi che si è usato all’Aia per garantire la ventilazione anche in mancanza di forte pendenza evitando così la possibile intrusione degli insetti. Questo non è altro che un congegno capace di generare energia estrattiva trasformando l’energia cinetica dell’aria in energia di depressione atmosferica con un effetto chiamato, appunto, Venturi.

Oltre a sfruttare lo spostamento dell’aria calda verso l’alto, quindi dall’interno dell’impermeabilizzazione -coibentazione verso l’esterno come un tradizionale aeratore, questo tipo di cono sfrutta il gioco delle pressioni. In presenza di un debole vento che attraversa il condotto in uno dei due sensi, si produce una depressione sufficiente ad aerare una superficie di circa 25 mq.

Di qui l’importanza, che accennavamo all’inizio, di orientare l’asse del condotto in direzione dei venti predominanti, in modo da fruttarli per un’aerazione tutta naturale.
Di fatto l’importante compito dell’aeratore è di salvaguardare il manto impermeabile e di mantenere la funzionalità e il rendimento dei materiali coibenti.

Riscaldamento a pannelli solari e pompa di calore

In termini di priorità, proteggere la casa dalle intemperie è più importante che installare pannelli solari. Si possono compiere, ovviamente, entrambe le operazioni. Isolati muri, solai, travi, porte e finestre con doppi vetri di buona qualità ed a bassa emissione, i pannelli solari ci danno un grossa mano a inquinare di meno e a risparmiare.

All’AIA l’impianto di riscaldamento serve sia la parte antica sia la parte nuova dell’edificio ed è di tipo radiante, alimentato appunto da pannelli solari che produrranno anche acqua calda sanitaria. Si stima che solo nei mesi più freddi (indicativamente da dicembre a marzo) interverrà la caldaia a pompa di calore alimentata a gas metano. Lo stesso impianto, ad esclusione dei pannelli solari, consente anche il raffrescamento per i periodi estivi.

Michele Ciceri