Anno XI
Numero 2
Maggio 1999

Benessere ambientale interno

Se tale temperatura è inferiore alla temperatura di rugiada, si forma in corrispondenza di quelle zone della condensa superficiale, causa poi della proliferazione di muffe.

Nelle costruzioni recenti, talvolta si presentano problematiche che a prima vista possono sembrare anomale.

Ci riferiamo a costruzioni che, magari solo dopo un anno che sono abitate, presentano pareti annerite dalla muffa.
Inizia a questo punto un ciclo infinito di telefonate da parte degli abitanti al costruttore, al progettista ed ai vari implicati nel caso, al fine di sottoporre i disagi e l’insalubrità dell’appartamento.
Con la segnalazione iniziano anche numerosi sopralluoghi atti ad accertarne le cause. Le situazioni di questo genere sono molteplici, fortunatamente risolvibili se affrontate con un corretto intervento.
Vediamo prima le cause che danno luogo a tale fenomeno.
Innanzitutto vi sono sicuramente, nella costruzione, dei ponti termici o delle pareti scarsamente coibentate.
A questo difetto costruttivo, si aggiunge una cattiva ventilazione degli ambienti ed un’umidità relativa interna alta.
Questi ultimi due fattori però, incidono il più delle volte solo sulla quantità di muffa e non sulla sua formazione iniziale.
Ricordiamo infatti che la muffa è un fungo che, per proliferare, ha bisogno di un “terreno fertile”, ovvero un supporto ricco di umidità.
Quindi, la maggiore causa di formazione di macchie nere è il ponte termico; difatti, chiunque ne abbia seguito lo sviluppo su di una parete, avrà notato che inizia da un angolo o da uno spigolo per poi avanzare sulla parete.
Se infatti immaginiamo una costruzione, con uno scheletro in pilastri passanti ed un tamponamento in doppio laterizio con interposto uno strato isolante, possiamo constatare una forte differenza termica fra le due superfici.
Difatti, un pilastro o una trave non isolati, presentano una temperatura superficiale interna molto inferiore alla temperatura dell’aria.
Se tale temperatura è inferiore alla temperatura di rugiada, si forma in corrispondenza di quelle zone della condensa superficiale, causa poi della proliferazione di muffe.

Cosa fare dunque in questi casi?
Innanzitutto bisogna disinfestare le superfici colpite, in modo da limitarne la diffusione. Peccato però che non sia la soluzione definitiva. Difatti con la disinfestazione si elimina l’effetto e non la causa. La causa scatenante abbiamo detto essere il ponte termico.

Vediamo allora delle possibili soluzioni.
Una è senz’altro il cappotto esterno, in quanto, rivestendo tutte le superfici, si eliminano appunto i ponti termici, omogeneizzando le temperature superficiali interne.
Peccato però rifare, solo dopo uno o due anni, le facciate esterne di un caseggiato nuovo.
Si può allora, ed è un’altra soluzione, effettuare il cappotto interno.
Quest’ultima soluzione è quella più diffusa, in quanto consente di intervenire su superfici limitate (locale per locale), senza coinvolgere tutte le strutture.
E’ importante in questi casi che il ponte termico sia eliminato completamente, ovvero oltre il rivestimento della parete si dovrà risvoltare il cappotto anche sul soffitto, per una larghezza maggiore delle travi in c.a.
E’ importante, sia per la realizzazione di cappotti esterni che di cappotti interni, utilizzare un ciclo traspirante, in modo da evitare ristagni di umidità nella muratura. Il cappotto con pannelli in sughero naturale biondo superkompatto a grana fine mm2/3 SoKoVerd.LV, è quello che risponde meglio a tutte le caratteristiche per la soluzione dei problemi.
Come è noto però prevenire è meglio che curare, ovvero affrontare il problema in fase di progettazione è senz’altro più facile e conveniente, anche perché non si deve rispondere dei danni causati dal fenomeno.
Il metodo più semplice è quello di alloggiare dei pannelli di sughero naturale biondo compresso SoKoVerd AF direttamente nel cassero, per poi gettare il calcestruzzo, ottenendo così il rivestimento di pilastri e travi. Sopra il pannello di sughero biondo naturale compresso SoKoVerd AF, così ancorato alla struttura, si esegue un primo passaggio di apposito intonaco traspirante KoMalt G, che funge da ponte di ancoraggio per eventuali rivestimenti o intonaci.
Se le strutture in c.a. sono già state realizzate, si possono applicare i pannelli di sughero biondo naturale superkompatto SoKoVerd LV con apposito ancorante cementizio PraKoV.
Riportiamo grafici e illustrazioni fotografiche delle reali applicazioni su interventi eseguiti.

Geom. Massimo Murgioni