È iniziata l’era del risparmio energetico
Lo scorso ottobre il Governo ha approvato la proposta di revisione del d.lgs 192/05 introducendo alcune importanti novità. Ora è importante che gli operatori superino la confusione e sfruttino le opportunità della nuova normativa. Per l’isolamento termico si impongono progetti curati e materiali performanti.
Rincresce dirlo ancora una volta, ma il panorama normativo è piuttosto confuso.
Eravamo in piena fase di assimilazione del decreto legislativo 192/05 ed eccoci sulla scrivania il suo testo riscritto dal nuovo Governo con l’introduzione di alcune importanti novità, come l’obbligo di prevedere il solare termico e fotovoltaico nei nuovi edifici, la richiesta di un maggior grado di isolamento termico, ma anche un’applicazione più graduale delle pratiche di certificazione energetica per l’esistente.
Procediamo con ordine cercando di non perderci. Il 6 ottobre scorso, il Governo ha approvato in prima lettura la proposta di revisione del decreto legislativo n.ro 192/05, emanato l’anno scorso dal precedente esecutivo in attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.
La revisione, è stato detto, serve per armonizzare il provvedimento con le misure contenute nel Disegno di Legge della nuova Finanziaria e finalizzate al miglioramento e all’incentivazione delle fonti di energia rinnovabili in Italia.
La finalità della legge resta quella di dare un forte impulso all’industria italiana delle costruzioni verso l’innovazione tecnologica e il risparmio energetico, in realtà alcune cose sono cambiate ed ecco quali.
Dichiarazione del consumo energetico per i nuovi edifici immessi sul mercato
E’ l’ormai famoso “certificato energetico”, documento che attesta il livello di efficienza energetica di un immobile oggetto di compravendita: esso sarà obbligatorio dal luglio 2007 per gli edifici maggiori di 1.000 metri quadrati, dal 2008 per tutti gli edifici e dal 2009 per i singoli appartamenti. Sarà comunque necessario dal prossimo gennaio per ottenere le agevolazioni per ristrutturazioni di carattere energetico previste in finanziaria.
Riduzione dei tempi per adeguare gli edifici esistenti ad efficaci livelli di isolamento termico e per ridurre le dispersioni termiche nei nuovi.
Lo schema di modifica accelera i tempi per adeguarsi ai nuovi livelli minimi di isolamento termico, anticipandoli dal primo gennaio 2009 al primo gennaio 2008, ma introduce anche un ulteriore livello di isolamento che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2010, per ridurre entro tre anni i fabbisogni termici dei nuovi edifici del 20-25% rispetto a oggi, e del 40% rispetto al 2005.
Obbligo nei nuovi edifici di riscaldare almeno il 50% dell’acqua sanitaria con energia solare
Molta attenzione viene dedicata anche al solare termico, rendendone obbligatorio lo sfruttamento per almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda sanitario di ogni nuovo edificio. Un’altra novità riguarda i condizionatori, di cui si vuole limitare la diffusione introducendo l’obbligo di “protezioni solari” per i nuovi edifici, e per le Regioni, le quali sono tenute a inserire soluzioni per l’efficienza energetica nei propri piani urbanistici tramite un cosiddetto “parametro energetico”. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico (ex Ministero delle Attività Produttive) “Le integrazioni introdotte rendono il d.lgs più aderente alle direttive europee e quindi consentono di evitare il possibile rinvio dell’Italia alla Corte di giustizia europea e le eventuali sanzioni economiche che ne potrebbero derivare”.
Basso consumo di energia e protezione dai rumori: oggi sono questi i punti di riferimento di chi costruisce case. Il perché è sotto gli occhi di tutti: l’energia delle fonti tradizionali ha un costo crescente ed è destinata ad esaurirsi, nel contempo i rumori continuano a essere la prima causa di contenziosi tra residenti di abitazioni plurifamigliari. Risolviamo questi due problemi e avremo dato il nostro contributo al miglioramento della qualità della vita.
Perché naturale? Perché funziona meglio
Coverd opera da venticinque anni sul mercato proponendo soluzioni per il comfort termoigrometrico e acustico delle abitazioni, indipendentemente dalla tipologia architettonica e dalle modalità costruttive. Il campo d’azione è quello dei materiali isolanti naturali e dei prodotti da essi derivati con prestazioni di isolamento termico e acustico.
Il perché di questo è presto detto: i materiali naturali di origine vegetale o animale sono traspiranti, dunque garantiscono un migliore comfort termoigrometrico rispetto a quelli di sintesi. Tuttavia non tutti i “naturali” sono uguali: ve ne sono alcuni, validi, che non offrono un’efficace protezione acustica, dunque richiedono un doppio intervento isolante (termico e acustico), mentre ve ne sono altri, come il sughero, che proteggono dal freddo, dal caldo e dai rumori.
Al di là dell’aspetto tecnico, fondamentale, la scelta del “naturale” è dettata dall’istinto e da una base di buon senso. Tutti noi preferiamo vestirci con un capo di lana o di cotone piuttosto che acrilico, e intuiamo che un prodotto a basso impatto energetico e facile da smaltire è preferibile a uno inquinante. Non si pensi però che ciò che è naturale e rispetta l’ambiente ha un costo elevato e si traduce in una scelta anti-economica, seppur eticamente valida.
Questo luogo comune va sfatato: se infatti è vero che determinate scelte possono comportare un investimento iniziale leggermente più alto, lo è altrettanto che negli anni a seguire la spesa viene ampiamente ripagata con risparmi su due fronti: quello dei benefici “tangibili”, come la minore spesa per il riscaldamento e climatizzazione (fino al 70%), e quello dei benefici “intangibili”, come il maggior comfort abitativo e la pace con il vicinato.
Il concetto di isolante intrinseco
Buona parte degli isolanti comunemente utilizzati in edilizia assicurano l’isolamento termico in quanto trattengono al loro interno delle bolle d’aria che riducono la conducibilità termica di materiali che altrimenti sarebbero ben poco isolanti. Non così per il sughero biondo: è il materiale stesso che è intrinsecamente isolante avendo una conducibilità termica propria molto bassa a tutte le temperature di utilizzo.
Quest’ultimo è un altro punto critico: ad esempio, l’isolante utilizzato per i tetti può essere sottoposto a temperature piuttosto elevate (anche oltre i 60°C/70°C). Vi sono alcuni prodotti che vengono avventatamente utilizzati e per i quali tali temperature di esercizio sono incompatibili con la loro stessa natura.
Prodotti? No, soluzioni…
Il prodotto funziona se la soluzione è efficace. Sì, perché il corretto isolamento termoacustico non è solo una questione di materiali. L’importanza maggiore l’hanno le scelte progettuali e gli accorgimenti tecnici che si decidono a tavolino e si mettono in pratica in cantiere. Ecco perché la fase decisionale è la più importante e quella dove ci si gioca il risultato finale.
Qui sta il valore della consulenza che Coverd offre a progettisti, direttori lavori e imprese in materia di isolamento termoigrometrico e acustico. Un percorso collaborativo, senza invasioni di campo, nel rispetto delle scelte della committenza, che ha come scopo il raggiungimento del miglior risultato possibile.
Le soluzioni riguardano tutti gli elementi architettonici che concorrono a determinare le prestazioni termo-igrometriche e acustiche di un edificio:
Vediamoli uno a uno.
I solai
Il solaio deve essere isolato prima di tutto dai rumori di calpestio. L’unico intervento in grado di garantire che il piano sottostante non sia disturbato dalle attività domestiche di chi sta sopra, ma anche sotto o di fianco (il DPCM 5/12/97 prevede un indice di valutazione del livello di rumore di calpestio non superiore a 63 dB in opera) è il pavimento galleggiante, che si realizza interponendo uno strato elastico fra la struttura portante e la pavimentazione. Tale strato elastico, che avrà la funzione di smorzare i rumori, può avere uno spessore variabile a seconda della consistenza del solaio e anche essere costituito da più materiali che si integrano fra loro. In ogni caso dovrà avere una certa consistenza.
È dimostrato che un pavimento di legno o una semplice moquette non sono sufficienti anche in presenza di guaine resilienti. Una soluzione efficace e facile è l’impasto SugheroLite+KoGlass, costituito da una miscela di sughero biondo in granuli e vetrificante a presa aerea a base di resine minerali. Un caldo sottofondo di sughero, molto isolante e particolarmente leggero, quindi adatto anche a interventi di ristrutturazione o a solai in legno. Il risultato è migliore se la granulometria è di 4 mm. In quanto a spessore, è bene che lo strato arrivi almeno a 6/7cm, in modo da rasare le tracce degli impianti. Prima di gettare il massetto armato che ospiterà la pavimentazione (o di realizzare il parquet a secco su telaio di legno), il sottofondo andrà ricoperto con un elemento correttivo anticalpestio in funzione di strato separatore e di ulteriore elemento smorzante.
Allo scopo è particolarmente indicato KoSep.L, composto da un materassino agugliato in lana di pecora accoppiato con un foglio di carta politenata di 6 mm, che può essere utilizzato anche come strato resiliente anticalpestio sulla soletta prima di far passare gli impianti tecnologici. In alternativa, KoSep.F: uno strato di 4 o 8 mm di ovatta sintetica agugliata, termo-apprettata, accoppiata a un film di carta politenata. Se per il sottofondo si ha a disposizione uno spessore maggiore, l’impasto SugheroLite + KoGlass può essere sostituito da dei pannelli di sughero SoKoVerd. Durante la posa bisognerà fare attenzione a non creare ponti acustici. Il possibile contatto tra il sormonto delle tracce e il massetto del pavimento và evitato con gli strati KoSep.L e KoSep.F (importanti!), mentre per evitare il contatto rigido tra massetto e pareti si dovrà usare una striscia di sughero supercompresso KoFlex dello spessore di 3 o 5 mm.
Le pareti divisorie
Una buona parete è ben isolata ed è traspirante. Allo scopo è importante che abbia una buona massa e che sia trattata con materiali coibenti efficaci, soprattutto contro i “furti” di calore e i rumori aerei. Una buona regola è quella di sostituire i classici forati con laterizi semipieni tipo NK8 o doppio Uni, un’altra quella di isolare sopra e sotto i tavolati per evitare punti di contatto diretto con le solette: ottime sono le strisce di sughero KoFlex da 3 o 5mm.
L’intercapedine tra i due tavolati sarà riempita con un pannello di sughero biondo naturale a grana fine SoKoVerd.LV spessore 3/5cm. e da un doppio strato di ovatta vegetale KoFiVeg, ricavata da filati di cotone e lana di scarto. Le fibre naturali del sughero e dell’ovatta, grazie alla porosità naturale, assorbono le onde sonore e le dissipano al loro interno sotto forma di calore, costituendo in questo modo una validissima barriera contro i rumori aerei. Inoltre, sono entrambi traspiranti e garantiscono un ottimo comfort termoigrometrico. Dove occorre una barriera fonoimpedente ancora più “robusta”, ad esempio nel caso di tavolati leggeri, si ricorre al sandwich di ovatta vegetale e laminato smorzante FoniVeg. Un’alternativa validissima è costituita dal pannello di lana di pecora LanKot, che oltre a essere un buon isolante traspirante ha doti igroscopiche tipiche delle fibre animali e contribuisce alla regolazione dell’umidità ambientale.
Il tetto
Un buon tetto, oltre a proteggere dalle intemperie, deve contenere al minimo l’escursione termica in tutte le stagioni dell’anno, riducendo di conseguenza il consumo energetico per il riscaldamento e la climatizzazione. Però deve lasciare “respirare” la struttura e non certo ingabbiarla in un pacchetto stagno. Per questo motivo è importante che l’aria possa scorrere in abbondanza sotto il manto di copertura, perché è proprio l’aria a svolgere una prima funzione isolante. L’aerazione sotto tegola serve a smaltire sia il calore trasmesso dal manto di copertura sia il vapore acqueo proveniente dall’ambiente sottostante, che in questo modo potrà godere di un bioclima favorevole.
Per l’isolamento termico in falda la scelta del sughero biondo naturale certificato di Coverd ha moltissimi argomenti dalla sua:
- biologicamente puro
- impermeabile all’acqua
- sopporta gli sbalzi di temperatura senza variazioni dimensionali
- mantiene inalterate nel tempo le capacità isolanti
- resiste bene al fuoco
Lo spessore dello strato isolante può variare in funzione del grado di coibentazione desiderato nel locale sottostante.
I pannelli di sughero SoKoVerd.LV possono essere posati in un doppio o in un unico strato, in questo secondo caso saranno battentati sui lati. L’alternativa è il sughero in granuli SugheroLite, usato sfuso all’interno di un’opportuna listellatura e coperto da uno strato di perline di contenimento, a sua volta sormontato da uno strato di sughero in pannelli per una coibentazione dalle altissime prestazioni.
Eventuali piccole infiltrazioni vengono evitate prevedendo in falda uno strato di carta oleata KoSep.C impermeabile a traspirante; questa operazione va fatta prima della posa dell’isolante. Anche in questo caso può trovare applicazione la lana di pecora LanKot, magari in aggiunta al sughero. LanKot può essere usato anche per la coibentazione dall’interno di coperture in legno già esistenti, senza bisogno di spostare le tegole. Nel caso di un sottotetto non praticabile, come quello di molte abitazioni multipiano, è consigliabile ripartire la coibentazione tra la soletta (dove si potrà usare della SugheroLite sfusa) e la falda (pannelli di sughero).
Le pareti perimetrali
La scelta del laterizio è importante: le soluzioni monoblocco devono però sempre prevedere una coibentazione aggiuntiva a cappotto (vedi oltre in questo stesso articolo). Nel caso di doppia muratura, soluzione adottata frequentemente ed in grado di garantire elevate prestazioni di isolamento acustico e termico, è preferibile evitare l’utilizzo di laterizi a cassa vuota.
In intercapedine proponiamo l’adozione di materiali naturali ad elevata prestazione acustica come i pannelli in sughero biondo SoKoVerd, che possono essere battentati in modo da costituire uno strato omogeneo oppure posati su due strati con giunti sfalsati, o come i nuovi pannelli in lana di pecora LanKot.
Quest’ultimo prodotto, recentemente inserito tra i prodotti forniti da Coverd, si è rivelato essere un autentico “campione” nell’isolamento termoacustico delle facciate perimetrali degli edifici.
Ponti termici e acustici da prevenire
Per “nodo” si intende il punto di congiunzione tra un elemento verticale e uno orizzontale, ad esempio tra un pilastro e un solaio. Quasi sempre è qui che si nascondono i ponti termici, a causa della mancata coibentazione degli elementi in ca. Un buon progetto deve prevedere una coibentazione termica e acustica senza buchi, partendo dai getti in controcassero per la protezione di travi e pilastri.
Per questo utilizzo sono indicati i pannelli di sughero SoKoVerd.AF con granulometria da 4 a 8 mm. Negli elementi orizzontali si usa lo lo spessore da 2 cm per la sponda verticale della soletta e da 1 cm supercompresso per l’intradosso, per una lunghezza di almeno 50 cm e comunque fino alle pignatte. Per i pilastri si usa il pannello da 2 cm posato su almeno tre lati, comprendendo il lato esterno e i due laterali o il lato interno e i due laterali.
E sul patrimonio edilizio esistente?
Una delle situazioni che più frequentemente ci troviamo ad affrontare è quella di recuperare termicamente edifici esistenti. Tale necessità può nascere sia da una carenza complessiva di isolamento termico sia dalla presenza diffusa di ponti termici: in entrambi i casi a farne le spese è la salubrità degli ambienti abitativi, con accumulo di umidità e formazione di muffe. Il risultato migliore si ottiene realizzando un cappotto esterno, in quanto in questo modo vengono isolati anche i ponti termici che, invece, col cappotto interno vengono protetti solo parzialmente.
Ma in cosa consiste il cappotto?
Si tratta di rivestire la facciata o la muratura esterna con uno strato (un cappotto, appunto) di materiale coibente. Il risultato è apprezzabile non solo per l’isolamento termico, ma anche per la protezione dai rumori.
Se la tecnica realizzativa appare semplice, in realtà un buon risultato richiede un’attenta scelta dei materiali ed una posa precisa ed accurata. Basta gurdarsi in giro e si vedono cappotti mal realizzati, per vari motivi, e che alla lunga provocano più danni che benefici. In primo luogo la scelta del materiale: il coibente deve essere anzitutto traspirante.
Solo così, infatti, l’interno dell’edificio avrà un corretto equilibrio igrometrico. Inoltre deve risultare inalterabile nel tempo, resistere alle sollecitazioni termiche cui è sottoposto, avere una resistenza agli impatti accidentali o legati ad eventi atmosferici anche rilevanti (fenomeni ventosi eccezionali ma sempre possibili, grandinate, ecc.). L’esperienza di venticinque anni di cantiere, spingono Coverd a fare del sughero biondo naturale la soluzione principe per questa applicazione.
Questo è infatti l’unico materiale che può garantire un cappotto resistente, traspirante, duraturo, interamente naturale, non inquinante e di facile smaltimento. Il prodotto di Coverd per i rivestimenti isolanti a cappotto è il pannello di sughero a grana fine SoKoVerd.LV, un agglomerato purissimo di sughero biondo prebollito e ventilato (densità 150 kg/mc) privo di qualsiasi additivo e legante artificiale.
Il sughero è una scelta che rispetta in toto l’ambiente perché il materiale proviene dalla corteccia degli alberi senza deforestazione: una lavorazione a bassissimo impatto ambientale lo rende resistente alla compressione, inalterabile nel tempo, stabile alle variazioni di temperatura, facile da sagomare e da posare. E veniamo così alla posa: perchè duri nel tempo, un cappotto deve essere realizzato da veri professionisti, non da maestranze improvvisate.
Gli stessi aspetti estetici di finitura non sono trascurabili: se una casa deve essere funzionale, non per questo deve essere meno bella.
Il cappotto isolante di Coverd si posa in tre fasi, con l’impiego di prodotti studiati e testati per “lavorare” con il sughero.
- La prima fase consiste nell’ancoraggio dei pannelli SoKoVerd.LV alle pareti mediante un ancorante cementizio PraKov.
- La seconda nella stesura dell’intonaco minerale di spessoramento KoMalt.G (ottimizzato per migliorare l’aderenza, la lavorabilità e controllare i ritiri idrici in fase di presa idraulica), nel quale viene affogata la rete di rinforzo in fiberglass KoRet.
- L’ultima è l’applicazione di un intonaco di finitura a piacere. Un prodotto sicuramente molto valido è l’intonaco bianco minerale pregiato KoMalt.F, a sua volta rifinibile con una velatura colorata ai silicati o d’altro tipo.
L’organismo umano prova benessere in un ambiente asciutto tra i 20 e i 28 gradi centigradi. Un buon cappotto garantisce queste condizioni tutto l’anno, intrappolando il caldo d’inverno e respingendolo d’estate.