Coverd al fianco dei progettisti in tutte le fasi: la relazione di previsione acustica
La progettazione di un grande insediamento residenziale, come quello di piazzale Bologna, non poteva che partire da un’accurata valutazione della situazione acustica in cui le nuove case si sarebbero dovute inserire. Non solo perché lo prevede la legge quadro sull’inquinamento acustico (la numero 447 del 26 ottobre 1995), ma perché da questo studio si volevano ottenere, come di fatto è stato, indicazioni utili per una migliore progettazione, a misura d’uomo e d’ambiente.
“Già all’epoca avevamo avuto altre occasioni di lavorare al fianco del Consorzio Cooperative Lavoratori delle Acli e Cisl di Milano e condividevamo in pieno la loro filosofia sulla qualità dell’abitare – afferma il dottor Marco Raimondi della Divisione Acustica di CoVerd – di conseguenza è stato automatico intendere le disposizioni vigenti in materia di impatto acustico, più che un’imposizione, un’opportunità per acquisire informazioni indispensabili ai progettisti, poi tradotte in pratica con successo”.
I dati raccolti ed elaborati nel luglio del 1999 dalla Divisione acustica di CoVerd su incarico del CCL, oltre ad essere stati presentati alla competente Asl per il rilascio dell’autorizzazione edilizia, sono serviti soprattutto allo studio architettonico preliminare.
E’ grazie alla dettagliata relazione previsionale e ad un lavoro di equipe con tutti i tecnici che sono stati adottati provvedimenti semplici e poco costosi, fornendo un importante contributo per contrastare le immissioni rumorose esistenti in piazzale Bologna. Ad esempio la disposizione degli edifici, in cui si è avuto cura di evitare le prime riflessioni e prevedere le opportune schermature architettoniche.
E ancora, la disposizione dei locali, sia rispetto alle sorgenti di rumorosità interna sia rispetto ai confinanti.
Al momento del progetto esecutivo si è entrati più nel dettaglio, evitando la contiguità tra locali rumorosi e locali di riposo, sia sullo stesso piano che su piani sovrastanti.
E’ in questa fase, che precede di poco l’inizio dei lavori, che è risultato determinante un secondo studio acustico eseguito da Coverd nell’aprile del 2001: il calcolo dei requisiti acustici passivi come previsto dal DPCM 5/12/97. Con questo strumento è stato possibile fornire direttamente ai progettisti e, di conseguenza, alla Direzione Lavori le indicazioni sulla posa degli isolanti nelle facciate e nei divisori, sulla realizzazione degli impianti tecnici e sulla scelta dei serramenti, un elemento che influenza in modo abbastanza pesante l’isolamento acustico di un’unità abitativa.
Questo tipo completo di “progettazione acustica”, intesa non come un mero adempimento burocratico, si è rivelata importante quanto la scelta dei materiali nella battaglia vinta contro il rumore.
Nel dettaglio, il documento di previsione acustica elaborato dai tecnici di CoVerd conteneva tutto quanto richiesto espressamente dalla normativa e dall’ufficio di progetto.
1) la caratterizzazione acustica dell’area dove era prevista la realizzazione dell’opera e delle aree limitrofe in base alla classificazione provvisoria prevista dal DPCM 01/03/91 (art. 6 comma 1);
2) l’identificazione del livello di rumore esistente nell’area e nelle aree limitrofe (attraverso misure strumentali);
3) la valutazione dei livelli di rumorosità attesi in prossimità delle abitazioni in progetto.
Con un salto all’indietro di quasi cinque anni, la relazione ci porta a vedere qual’era la situazione dell’area di piazzale Bologna oggetto dell’intervento del CCL.
Per quanto riguarda la “caratterizzazione”, la zona risultava delimitata:
– a Nord dalla linea ferroviaria Milano-Mortara;
– a Est dal cavalcavia di viale Puglie;
– a Sud-Est da piazzale Bologna;
– a Sud da viale Bacchiglione;
– a Ovest da via Giovanni Scheiwiller;
Le fonti più significative di rumore sono risultate la rotatoria di piazzale Bologna, ma soprattutto la linea ferroviaria e il cavalcavia di viale Puglie, alle quali l’Asl aveva fatto esplicito riferimento nella sua richiesta di previsione acustica. Dati alla mano, si è constatato che proprio da viale Puglie, più che dalla ferrovia, provenivano le immissioni più insidiose.
Va tenuto presente che all’epoca il Comune di Milano non aveva ancora predisposto un proprio piano di zonizzazione acustica. Pertanto nella relazione si è fatto riferimento al DPCM 01/03/1991 e alla deliberazione della Giunta regionale 5/37724 del 25/06/1993. All’area edificabile, nel suo complesso, è stata attribuita la cosiddetta terza classe (aree con traffico veicolare locale o di attraversamento, media intensità di popolazione e presenza di attività commerciali e uffici), considerate nella classificazione provvisoria ad una zona B, con limiti previsti dal DPCM 14/11/1997 di 60 dBA diurni e 50 dBA notturni.
Per identificare il livello di rumore esistente nell’area sono stati eseguiti dei rilievi fonometrici sia in periodo diurno che notturno, tutti in fasce orarie significative per l’intensità del traffico veicolare e ferroviario. Ovviamente è stata utilizzata una strumentazione conforme agli standard stabiliti dalla normativa tecnica vigente.
I livelli più elevati sono stati registrati nella zona di piazzale Bologna, confluenza di tutti veicoli: allontanandosi dall’infrastruttura stradale i livelli di pressione sonora decrescono rapidamente, raggiungendo i valori minimi a nord dell’area a circa 100 m da V.le Puglia.
Per quanto riguarda i livelli di rumorosità attesi, è stato considerato che la fonte principale di immissioni sonore era il traffico automobilistico e che gli insediamenti in progetto non avrebbero comportato un significativo incremento di tali flussi, come, in effetti, si è verificato. Per questo motivo i rilievi contenuti nello studio previsionale sono stati considerati rappresentativi dei livelli sonori in prossimità dei futuri edifici. Circa il calcolo dei requisiti passivi acustici, la relazione conteneva le valutazioni teoriche sull’isolamento acustico ai rumori d’impatto, ai rumori aerei tra locali e all’isolamento acustico delle facciate, prendendo in considerazione una ad una le unità abitative.
In seguito i dati ottenuti sono stati confrontati con i risultati del collaudo in opera delle strutture edificate previsto dal DPCM 5-12-1997.
A quasi cinque anni di distanza e a lavori finiti, si può tranquillamente affermare che il contenuto della relazione previsionale è stato confermato dai fatti. Gli edifici sono stati realizzati in modo da soddisfare le richieste normative in fatto di acustica, ma ancora di più secondo i criteri di una moderna bioedilizia o meglio di bioclimatizzazione nell’edilizia residenziale che mette l’uomo al centro di ogni sua azione. E questo è coinciso con una situazione di reale comfort igro-termo-acustico per i nuovi residenti della Coop Solidarnosc di piazzale Bologna.
“Le tecnologie applicative che il CCL ha acquisito – afferma il Geom. Maurizio Sabbadini – oltre ad essere adottate in futuro per le ns. nuove iniziative, ci consentiranno la divulgazione agli addetti ai lavori di un moderno stile di costruire e di un comfort di vita a vantaggio della collettività”.