Un esempio: lo studio Zeta Point dei fratelli Zurawski
Da uno scantinato a un’impresa di successo, senza investire grandi capitali. Il segreto? Materiali giusti e l’aiuto di chi se ne intende.
Un esempio? Lo “Zeta Point Studio” dei fratelli Matteo e Andrea Zurawski, quelli che hanno partecipato all’ultima edizione del Festival di Sanremo per intenderci.
Il loro era il classico seminterrato di un palazzo milanese, oggi è la sede di una società giovane e brillante che opera nello spettacolo e nell’intrattenimento, la “Zeta Point” appunto, dotata di sala prove e studio di registrazione, dove Matteo e Andrea hanno provato e messo a punto il brano presentato al Festival.
Non ci credete? Fate un salto al numero 13 di via Forze Armate, a Milano, e chiedete di dare una sbirciatina ai locali, penserete a tutto ma non di trovarvi in una cantina.
Una veloce carrellata per farvi capire: dalla reception al laboratorio creativo, l’ambiente è stato trattato con pannelli di sughero e materiale composto alle pareti per l’isolamento termico e acustico, mentre il controsoffitto è stato realizzato in modo da contenere e occultare gli impianti tecnologici. Per il pavimento è stato scelto un parquet in rovere a doghe larghe, caldo e gradevolissimo dal punto di vista estetico. La sala di registrazione e la cabina regia sono un gioiello di tecnica e gusto: parquet scuro su pavimento galleggiante, pareti e controsoffitto blu in sughero ad alto potere fonoassorbente.
Completa il quadro l’efficiente e silenzioso impianto di climatizzazione dell’aria. Ovviamente i grandi risultati non piovono dal cielo.
Nel caso di “Zeta Point” sono state determinanti la consulenza dei professionisti di Coverd e l’esperienza che l’azienda di Verderio Superiore ha maturato nelle soluzioni per l’isolamento acustico, termico e igrometrico.
Tutto è stato reso più facile dalla formula “chiavi in mano”, che ha ridotto i costi, i tempi (60 giorni dalla consegna del progetto, perfettamente rispettati) ed eliminato le sfasature che si creano quando in un cantiere intervengono professionisti diversi. Il punto di partenza è stato l’edificio così come si presentava (oltre a un progetto di divisione degli spazi interni che “Zeta Point” aveva commissionato a un architetto di fiducia), il resto l’ha proposto e messo in opera Coverd, dall’impianto elettrico a quello di condizionamento, ai materiali, comprese le finiture.
L’incubo del batterista? Risolto
C’era una volta un batterista che non poteva studiare la sua musica. S’era comprato una Pearl Masterwork, una sorta di Roll Roice nel mondo delle batterie, ma ogni volta che attaccava un pezzo si ripeteva sempre la stessa storia: vicinato in rivolta e minacce al telefono. Provò ad andare da un suo amico sassofonista per farsi consolare, ma lo trovò impegnato a litigare con due Vigili urbani… li avevano chiamati gli inquilini del palazzo di fronte.
Oggi questa storiella può avere un lieto fine anche per chi non abita in aperta campagna e deve fare i conti con spazi ristretti. L’importante è sapere da dove si parte e che cosa si vuole ottenere, il resto lo fanno i materiali e la consulenza di qualcuno che se ne intende davvero. Con costi decisamente contenuti e abbordabili anche per un privato.
Sfatiamo un falso mito: incollare i cartoni delle uova sulle pareti non serve, è una soluzione “fai da te” che non garantisce buoni risultati. La strada giusta è cercare ciò che fa al caso proprio da chi può offrire una gamma vastissima di soluzioni. E se quella che si ha a disposizione è soltanto la stanza di un appartamento, niente paura: si possono costruire box insonorizzati su misura, fissi o smontabili.