Certificare il nuovo e l’esistente
Due approcci differenti per un unico obiettivo: comunicare il valore dell’edificio. Per gli interventi sul patrimonio esistente il punto di partenza è la diagnosi energetica eseguita da un tecnico diagnostico specializzato. Per gli edifici nuovi la parola d’ordine è eccellenza
L’obiettivo della certificazione è in buona sostanza quello di comunicare un valore: informare il cittadino, o il mercato immobiliare, sulla qualità energetica di un edificio, una qualità che senza la targa resterebbe nascosta.
A classe migliore corrisponderà un maggiore valore di mercato e ciò fa ipotizzare una situazione in cui i proprietari e i costruttori tendono ad aumentare l’efficienza degli edifici. Ciò vale sia per gli edifici esistenti sia per quelli di nuova realizzazione anche se gli interventi di riqualificazione e le scelte progettuali innovative seguono due approcci ben distinti.
La certificazione di un edificio esistente serve anche e soprattutto per conoscere e valutare i possibili miglioramenti. Le raccomandazioni che il certificatore allegherà alla sua relazione non devono perciò essere una semplice lista delle cose da fare ma piuttosto una valutazione approfondita dello stato di fatto con l’indicazione dei correttivi più idonei. Ciò implica che il certificatore deve avere una competenza più specifica e specializzata: quella del tecnico diagnostico.
In ogni caso è opportuno che gli eventuali interventi di riqualificazione siano verificati e coordinati da un tecnico diagnostico e che quindi l’edificio sia fatto oggetto di una diagnosi vera e propria e cioè di un insieme sistematico di rilievo, raccolta e analisi dei parametri relativi ai consumi specifici e alle condizioni di esercizio dell’edificio. Gli strumenti della diagnosi energetica sono l’analisi termoflussimetrica (misura la trasmittanza in opera) e la termografia IR (misura le temperature superficiali).
Un edificio realizzato secondo i limiti della nuova normativa può arrivare a consumare solo un quinto dell’energia che serve a un edificio esistente di tipo tradizionale. Ci sono dunque ampi margini di miglioramento e di risparmio nel lungo periodo che rendono la certificazione accompagnata dalla diagnosi energetica una strategia conveniente. Se questo non è sufficiente per superare i vincoli tecnici che a volte condizionano gli interventi sull’esistente, dovrebbe bastare almeno per sbloccare i casi in cui le perplessità sono di tipo economico, specie quando il decisore non è unico.
Isolamento edilizio
L’isolamento dell’involucro edilizio è particolarmente efficace sia sull’esistente sia sul nuovo perché consente di ridurre a monte il fabbisogno di energia; se realizzato con un materiale fonoisolante serve anche a migliorare l’acustica. Gli spessori dell’isolante non devono essere valutati dal punto di vista economico perché a conti fatti incidono poco sulla spesa complessiva dell’intervento, mentre hanno un grosso peso nel risparmio energetico che si ottiene.
Il maggior costo dovuto all’inserimento di un adeguato strato coibente si ripaga in pochi anni ed equivale a depositare soldi in banca a un tasso di interesse di circa l’8% annuo, un’idea da non scartare di questi tempi. E poi c’è il comfort: l’isolamento sull’involucro è l’intervento che porta i maggiori benefici da questo punto di vista se viene attuato con materiali che oltre all’isolamento garantiscono l’equilibrio termo igrometrico.
Ovviamente negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti si devono prendere in considerazione anche gli altri elementi dell’edificio: coperture, pareti divisorie e sottofondi.
Nel caso di edifici nuovi l’approccio è differente perché la situazione iniziale parte già da standard elevati e l’obiettivo non può che essere l’eccellenza. Il ragionamento non riguarda il ritorno degli investimenti, ma piuttosto la consapevolezza che un edificio eccellente troverà una migliore collocazione sul mercato. Tutte le scelte devono essere fatte in fase progettuale tenendo conto che negli edifici nuovi l’isolamento dell’involucro edilizio costituisce una scelta obbligata.
Come per gli spessori, anche il costo dell’isolante incide poco sulla spesa complessiva e rende consigliabile orientarsi su materiali ad alte prestazioni in grado di garantire anche comfort abitativo e durabilità.
Angelo Verderio