Anno XIX
Numero 3
Settembre 2007

BioEdilizia: un numero compact

BioEdilizia cambia formato (ma solo questa volta) per potervi regalare il volume fotografico “L’Antico e il Nuovo in Bioedilizia” sulla storia e il restauro bioedile dell’AIA, nuova sede di Coverd

Quello che state iniziando a leggere è un numero speciale di BioEdilizia, diverso nel formato e in parte nei contenuti.

E’ anche uno dei più preziosi tra quelli pubblicati finora perché vi arriva insieme al volume “L’Antico e il Nuovo in Bioedilizia” che Coverd ha dato alle stampe per celebrare l’inaugurazione della nuova sede aziendale nell’AIA di Verderio.

A questa piccola iniziativa editoriale – neanche tanto piccola a dire il vero – l’azienda ha affidato il compito di spiegare la filosofia del suo lavoro e di raccontare tra le righe, per la prima volta in venticinque anni, momenti privati della sua storia e della famiglia Verderio che l’ha fondata.

Perché questa scelta?

Perché il lettore abbia chiaro chi è Coverd e da dove arriva la sua propensione a un modo sano di costruire le case, qual è il contesto in cui continua a crescere l’idea imprenditoriale, quali sono le sue aspirazioni, qual è la sua terra. “C’è un modo eterno di costruire. E’ vecchio di migliaia di anni e oggi è ancora uguale a come è sempre stato”. Questa è tra tutte la frase che meglio riassume il significato del libro.

AIA

L’AIA, oggi tutelata dai Beni Ambientali per il suo pregio storico e architettonico, fu edificata a metà del 1800 come centro di raccolta ed essiccazione delle messi provenienti dai terreni del circondario. Il punto è che allora non esistevano essiccatoi a energia elettrica o a combustibile e le granaglie venivano asciugate in modo naturale grazie a un ingegnoso cortile (l’AIA, appunto) costruito con materiali e tecniche che dovevano sfruttare al meglio le energie della natura, sole e vento in questo caso. Bioedilizia non esisteva ancora come parola, ma come pratica sì.

Il Caso ha voluto che l’immobile, abbandonato dal dopoguerra, si trovasse a un solo chilometro di distanza e che Coverd fosse in cerca di nuova sede per allargare la sua attività.

Quale occasione migliore?

“Quel rudere nascosto dai rovi aveva una straordinaria e quasi magica affinità con l’azienda dedita al commercio di prodotti naturali per l’isolamento termico e acustico degli edifici…”.

Il 30 giugno 2004, data del rogito, l’AIA è passata alla famiglia Verderio ed è iniziato un certosino lavoro di restauro che ha riportato alla bellezza originaria un pezzo della storia del territorio. Con qualcosa in più. Accanto a quello antico ha infatti trovato posto un nuovo edificio costruito con i materiali e le tecniche bioedili di Coverd.

L’Antico e il Nuovo in bioedilizia, ecco il libro, raccontato attraverso i dettagli tecnici e una carrellata di fotografie in parte d’epoca.

“…In fondo l’AIA è rimasta uguale: da essiccatoio naturale per le messi a sede di un’azienda che tratta tecnologie e materiali bioedili naturali. E’ cambiato il contesto, non la sostanza”.

La nuova sede di Coverd ospita un museo di strumenti e attrezzi che ben rappresentano la vita contadina di inizio ‘900.

Inoltre è luogo di incontri e seminari di studio sull’isolamento termoacustico (nelle ultime pagine troverete il programma completo) ed è visitabile su richiesta.
“Ogni imprenditore dovrebbe avere a cuore la tutela e la promozione del territorio in cui ha sede la propria azienda. Specie quando questa fa parte della storia della comunità e ne rivela le radici”.

Ed è con questo pensiero che la famiglia Verderio, dedica questa pubblicazione alle nuove generazioni, per trasmettere e far meglio comprendere, utilizzando la storia della ricostruzione di un edificio, la natura di un popolo straordinario, attraverso un simbolo della operosa Brianza contadina di metà Ottocento: l’AIA di Verderio.

Michele Ciceri