Anno XI
Numero 3
Ottobre 1999

Sottofondi

Anche se più costosi dei sottofondi tradizionali, quelli in sughero granulare abbassano i tempi di realizzazione, offrono un’importante riduzione dei carichi ed un notevole isolamento termoacustico

I criteri di progettazione sono legati ai compiti che il sottofondo deve svolgere.

Lo strato di supporto del pavimento (massetto) che riceve i carichi e li ripartisce deve sempre esserci; esso dev’essere ben compattato, resistente e può svolgere anche il compito di inglobare le tubazioni (se di spessore adeguato).
Se si vogliono conseguire buone prestazioni di isolamento termico ed acustico, si deve ricorrere ai sottofondi pluristrato prevedendo, sotto il massetto, altri strati con compiti specifici.
In sede di progettazione quanto sopra ha importanza innanzitutto ai fini degli spessori complessivi: un sottofondo monostrato richiede 6-8 cm, un pluristrato almeno 10 cm o più.

Un ragionamento analogo lo si deve fare anche per quanto riguarda l’isolamento acustico al calpestio. Se si vogliono rispettare le prescrizioni di legge, (livello del rumore di calpestio inferiore ai 63 dB per l’edilizia residenziale), e non si utilizzano pavimenti resilienti (linoleum afonico, sughero, gomma o simili), si deve ricorrere alla tecnica del pavimento “galleggiante”.
I fogli o pannelli di materiali elastico per l’ottenimento dell’isolamento acustico è bene che siano posati su una superficie piana senza dover scavalcare tubi o impianti.
Poiché tubi e impianti sono sempre presenti, è necessario prevedere un primo strato, sul solaio, che serve a inglobare gli impianti formando una superficie piana.
Al di sopra si porrà lo strato elastico e poi il massetto.
Per semplificare la metodica illustrata, la CoVerd da svariati anni impiega, con ottimi risultati, l’impasto SugheroLite + KoGlass (sughero biondo naturale in granuli tenuto insieme da un apposito vetrificante a presa aerea), dove lo strato elastico è in grado di inglobare gli impianti ed è regolabile in altezza.
La facilità di messa in opera del prodotto, eseguibile direttamente sul posto, riduce sia i tempi di esecuzione che i costi della manodopera.
I granuli di sughero biondo naturale godono di un’alta permeabilità al vapore, e parimenti una cattiva, senonché nulla, capacità di trattenere l’umidità: caratteristiche fondamentali per mantenere all’interno di un ambiente un giusto rapporto termoigrometrico.
In dettaglio le proprietà basilari del sughero, opportunamente bollito e ventilato per un idoneo impiego nei sottofondi, sono principalmente due:

  1. mantenere la propria temperatura interna costante (compresa tra 8 e 13°C),  a dispetto della temperatura ambientale dell’aria variabile da -10 a 80°C
  2. assorbe al massimo il 10% dell’umidità dell’aria, per poi rifiutarla; grado di umidità che mantiene inalterato nel tempo, anche perché la disidratazione durante l’esercizio viene raggiunta raramente.

Infine si ricorda che il punto zero del sughero, ovvero la temperatura alla quale il sughero gelifica, cade addirittura a
-180°C.
Ovviamente le caratteristiche fisiche sono riferite alla “polpa” di sughero, cioè privata di eventuali residui di legno, terra e corteccia.
Nella posa in opera dello strato elastico, impiegando un prodotto granulare, si è in grado di rispettare i vincoli delle quote e di planarità della superficie, sulla quale realizzare successivamente il massetto in sabbia e cemento, in caso contrario si rischia di avere una pavimentazione non complanare nelle zone di maggior spessore e delle crepe superficiali nelle zone a basso spessore.
Direttamente sull’impasto SugheroLite + KoGlass è necessario stendere uno strato di scorrimento: di regola un foglio di carta oleata permeabile al vapore KoSep.C oppure in sostituzione un correttivo acustivo KoSep.F.
I motivi della posa dello strato separatore sono molteplici e non trascurabili:

  • evita che il sottofondo assorba velocemente l’acqua del massetto indebolendone e disidratando la parte inferiore;
  • regola l’eventuale risalita di umidità dal sottofondo alla pavimentazione, se sollecitata da una temperatura più alta nel sottostante locale;
  • diminuisce le forze di attrito tra le due superfici dovute agli assestamenti per i ritiri idrici del sovrastante massetto di sabbia e cemento.

In particolare lo strato separatore KoSep.C va risvoltato sulle pareti fino alla quota del pavimento compreso, in caso contrario l’eventuale risalita di umidità per capillarità può danneggiare gli intonaci.
Per migliorare ulteriormente o meglio correggere l’isolamento dai rumori di calpestio della soletta, in sostituzione del KoSep.C si utilizza come strato separatore anticalpestio il KoSep.F, composto da ovatta termoapprettata ad alta densità accoppiata ad un film di polietilene dallo spessore di almeno 4 mm. L’ovatta ha la capacità di rendere anelastici gli urti che si verificano sulla soletta, assorbendo buona parte dell’energia sonora ed eliminando eventuali ponti acustici.
A completamento della soletta lungo il perimetro delle strutture verticali è buona norma applicare una striscia di sughero supercompresso dallo spessore di almeno 3 mm KoFlex, in modo da soddisfare sia i movimenti orizzontali, eliminando le tensioni alla compressione, che impedire alle pareti l’assorbimento dell’acqua del massetto.
Altra importante funzione svolta dalle strisce, è la limitazione della propagazione delle onde sonore per via strutturale, di fatto annullando la continuità delle partizioni e riducendo così i contributi di fiancheggiamento.
Per pavimentazioni destinate ad operare con carichi importanti, si consiglia di armare il massetto per aumentare la propria capacità portante, inserendo una rete antifessurazione in polipropilene KoMax.

Demetrio Bonfanti