Anno XXI
Numero 2
Aprile 2009

L’isolamento delle coperture

Un solo materiale per il comfort termo-igrometrico e la protezione dai rumori

Le dispersioni attraverso la copertura di un edificio sono una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l’involucro. L’isolamento delle coperture è dunque molto utile sia dal punto di vista del risparmio energetico (edifici ad alte prestazioni energetiche) sia del miglioramento del comfort abitativo.

L’ottenimento di una temperatura confortevole all’interno di un edificio è influenzata per metà dalla temperatura dell’aria e per metà dalla temperatura radiante, ossia dalla media ponderata delle temperature delle superfici che delimitano l’ambiente. Nel caso delle coperture, molto più estese rispetto alle chiusure verticali che delimitano lo spazio abitativo sottostante, l’influenza della temperatura radiante è più consistente per effetto dell’insolazione. Le coperture devono quindi essere molto più isolate termicamente delle chiusure verticali per ottenere nei piani alti una temperatura di comfort analoga a quella presente negli ambienti dei piani inferiori.

Occorre tenere presente che il comportamento della copertura durante la stagione estiva può essere meno efficace che nel periodo invernale.

La copertura infatti è irraggiata dal sole durante tutta la giornata e la quantità di energia che viene intercettata per ogni metro quadrato di copertura è molto superiore rispetto a quella intercettata dalle pareti verticali (in modo più o meno elevato in funzione della pendenza e della conformazione del tetto). In termini molto semplificati la copertura deve possedere resistenze termiche superiori rispetto a quelle che si riscontrano nelle chiusure verticali.

Si ricorda che nei mesi estivi le temperature medie possono raggiungere i 70/80°C.

Poiché la ventilazione degli ambienti interni è l’unico sistema per asportare il calore durante una calda giornata estiva, la resistenza termica dell’involucro e in particolare della copertura dovrebbe essere dimensionata in modo da ridurre al massimo l’influenza della temperatura radiante equilibrandola ventilazione naturale.

La realizzazione di un tetto bioedile ventilato è il primo elemento che influenza in modo positivo la ricerca della temperatura di comfort perché la camera d’aria che si viene a formare tra l’estradosso e il manto di copertura agisce da isolante.

Una copertura viene considerata ventilata quando nella struttura viene previsto uno strato costituito da una intercapedine di ventilazione collocata tra l’isolamento termico e il manto di copertura così da sfruttare la massa termica dell’elemento strutturale e a proteggerlo dall’esposizione ad elevati sbalzi di temperatura.

In questo modo l’incidenza della temperatura radiante dovuta all’insolazione in estate è minore e in tutte le stagioni dell’anno si riduce l’accumulo di vapore acqueo negli strati. Il secondo elemento è costituito dall’isolante, le cui caratteristiche chimico-fisiche influenzano le prestazioni della copertura oltre che la sua durabilità.

Protezione acustica

Le coperture contribuiscono alla protezione dell’edificio dai rumori aerei provenienti dall’esterno e da quelli impattivi dovuti alla pioggia e alla grandine.
In assenza di una normativa dettagliata (il DPCM 5.12.1997 sui Requisiti passivi acustici degli edifici non ha contemplato in modo esaustivo elemento copertura), è opinione diffusa che le coperture dovranno essere considerate alla stregua delle facciate per quanto riguarda l’isolamento dai rumori aerei.

Nel caso di supporto strutturale latero-cementizio o cementizio, l’azione della massa aerica offre già una buona protezione. Nel caso di supporti lignei è invece la sovrapposizione di molteplici strati leggeri che determina il comportamento acustico della copertura; in questa situazione le prestazioni di isolamento acustico sono affidate soprattutto al materiale usato per la coibentazione.

La scelta dell’isolante

Gli isolanti termoacustici impiegati nelle coperture sono sottoposti a condizioni di esercizio particolarmente severe a causa dell’irraggiamento solare e dei forti sbalzi termici.

L’esperienza applicativa ha evidenziato che queste condizioni di esercizio possono essere tali da compromettere la stabilità di alcuni tipi di isolanti termici, in particolare di quelli sintetici (tenuto conto che la temperatura limite d’impiego è di circa 70°C.) Soprattutto d’estate, quando la temperatura d’esercizio all’interno di isolanti termici applicati sotto manti impermeabili a vista può raggiungere gli 80°C. che i materiali coibenti evidenziano comportamenti e prestazioni molto differenti.

Il sughero biondo naturale permette un comfort maggiore durante la stagione calda perché il calore accumulato impiega più tempo ad attraversare gli strati densi del materiale; in questo modo gli ambienti saranno più freschi nelle ore più calde della giornata e più caldi la sera, quando però potranno essere arieggiati approfittando di una temperatura esterna più bassa. Un isolamento della copertura ad alte prestazioni è realizzabile con uno strato di sughero biondo naturale in granuli SugheroLite all’interno di un doppio assito ligneo. La soluzione può essere rinforzata con l’applicazione di pannelli di sughero SoKoVerd.LV, applicabili da soli come nel caso di supporti strutturali cementizi.

I prodotti Coverd per coperture, KoSep.C, completano la soluzione. Nel caso di un sottotetto non utilizzato si può ridurre il volume da riscaldare isolando l’ultima soletta piana anziché la falda. In questo caso l’intervento consiste nella posa di uno strato di materiale isolante sull’estradosso del solaio.

Una soluzione efficace e semplicissima è la SugheroLite sfusa, in alternativa miscelata al vetrificante KoGlass per rendere il solaio praticabile ai fini della manutenzione.

Il sughero è l’unico materiale ad elevate prestazioni sia termiche sia acustiche.

Per questo ha il vantaggio di poter essere impiegato per il raggiungimento di entrambi gli obiettivi con un solo intervento.

Geom. Massimo Murgioni